L’università di Verona ha presentato il bilancio 2016 e i piani di sviluppo nel corso di una conferenza stampa, che si è svolta a Palazzo Giuliari l’8 giugno. Erano presenti il rettore Nicola Sartor, la direttrice generale Giancarla Masè e il prorettore Antonio Lupo.
Le università italiane da qualche anno hanno cambiato il sistema contabile, passando da una contabilità finanziaria pubblica ad una contabilità economico patrimoniale. Il nuovo sistema rileva nei report di sintesi dell’istituzione sia gli aspetti economici (ricavi, costi, utile) sia quelli patrimoniali (attività: immobilizzazioni, crediti, liquidità; passività: debiti, patrimonio netto) di competenza del periodo di riferimento. L’università di Verona, per il secondo anno consecutivo, ha chiuso il proprio bilancio con dati assolutamente positivi sia in termini economici che patrimoniali. Ecco alcuni dati 2016: proventi operativi 213.677.000 euro, costi operativi 187.359.000 euro di cui costi del personale 102.209.000 euro, costi della gestione corrente 76.940.000 euro, ammortamenti e svalutazioni 8.210.000 euro, immobilizzazioni 117.790.000 euro, attivo circolante 218.012.000 euro, patrimonio netto 161.096.000 euro.
Tali dati, in particolare l’utile di esercizio (18.995.000 euro) e la situazione patrimoniale dell’università di Verona, consentono oggi agli Organi accademici di avviare con fiducia ambiziosi piani di sviluppo dell’ateneo in termini di reclutamento di personale docente e tecnico, in investimenti in spazi e infrastrutture e in attrezzature scientifiche e didattiche. L’università di Verona ha previsto un piano di circa 12 milioni di euro per il reclutamento del personale nel biennio 2017/2018, un importante e significativo piano di sviluppo edilizio, un ingente investimento in attrezzature scientifiche all’avanguardia per la ricerca scientifica e in nuova strumentazione per la didattica.
Il piano di reclutamento per gli anni 2017-2018 prevede un investimento finanziario di quasi 11 milioni di euro per coprire 146 posizioni di docenti e ricercatori. In particolare il piano prevede l’assunzione di molti nuovi ricercatori: 50 tra ricercatori junior e ricercatori in tenure track (studiosi che, se in possesso dell’abilitazione nazionale, dopo tre anni diventeranno professori associati). Da segnalare che, a seguito di una convenzione stipulata con l’ospedale Sacro Cuore – Don Calabria di Negrar finalizzata al consolidamento delle sinergie nelle attività di ricerca nel campo delle malattie infettive e tropicali, sarà istituita, grazie al finanziamento di 1,2 milioni di euro dell’ospedale, una nuova posizione di professore associato per le Malattie infettive che si aggiungerà alla chiamata diretta dall’estero prevista di un professore ordinario di Malattie infettive. Il piano prevede infine lo sviluppo dei servizi a supporto della ricerca, della didattica e dei servizi agli studenti con un investimento per oltre un milione di euro in reclutamento di tecnici per i laboratori scientifici e in altro personale per i servizi di carattere gestionale. Viene così portato a termine anche il programma di stabilizzazione del personale precario.
Piano di sviluppo edilizio. L’ateneo ha previsto nel proprio piano edilizio la realizzazione di altri importanti edifici, funzionali e necessari alle attività di studio e ricerca dei propri studenti e dei propri ricercatori, quali:
- un edificio per aule, laboratori didattici e spazi per lo sviluppo di spin off per la Scuola di Scienze e Ingegneria: 3.700 metri quadrati su 3 piani fuori terra per un investimento di circa 7 milioni di euro;
- un edificio per aule, spazi studio per studenti e laboratori per la Scuola di Medicina e chirurgia: 5.000 metri quadrati su 5 piano per un investimento di circa 10 milioni di euro;
- un edificio per biblioteca, spazi studio e convegnistici per la macroarea di Scienze umanistiche: 8.000 metri quadrati su 4 piani per un investimento di 30 milioni di euro;
- costruzione di un nuovo corpo aule alla Santa Marta: 1080 metri quadrati dove troveranno spazio 2 grandi aule da 250 posti per un investimento di 3 milioni di euro;
- Perfezionamento dell’acquisto di una porzione di Villa Eugenia a San Floriano e avvio lavori di ristrutturazione.
Nella programmazione finanziaria dell’ateneo, gli investimenti previsti saranno sostenuti esclusivamente con risorse proprie.
Investimenti in attrezzature scientifiche e didattiche. Grazie ad una politica per la ricerca scientifica lungimirante, l’ateneo scaligero ha da poco istituito al proprio interno un centro destinato a mettere a fattore comune tutte le grandi attrezzature scientifiche dell’ateneo in modo tale che queste possano essere fruite da tutti i suoi ricercatori (e non solo), indipendentemente dal dipartimento di appartenenza. Per la messa a regime del Centro piattaforme tecnologiche è previsto l’acquisto di attrezzature scientifiche nel prossimo biennio per un valore di circa 3,3 milioni di euro. Si tratta, infatti, di realizzare un insieme di piattaforme tecnologiche ritenute prioritarie, quali: una piattaforma computazionale di calcolo ad alte prestazioni per la ricerca scientifica, una piattaforma di separazione e analisi cellulare mediante citometria a flusso, una piattaforma di genomica e trascrittomica, una piattaforma di imaging, una piattaforma di spettroscopia, diffrattometria e studio di interazioni molecolari e una piattaforma di spettrometria di massa. La strumentazione sarà collocata inizialmente in laboratori esistenti, ma l’ateneo si sta già attivando per approntare spazi dedicati (circa 1.000 metri quadrati). Sono inoltre stati stanziati nel bilancio pluriennale dell’ateneo 100 mila euro l’anno per soddisfare il fabbisogno di attrezzature didattiche, quali proiettori, lavagne interattive, computer, spettrofotometri, centrifughe, nonché attrezzi fitness per l’area di Scienze motorie.
Finanziamento nazionale ai dipartimenti eccellenti. Sulla base del recente rapporto dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur), l’11 maggio il Miur ha pubblicato l’elenco dei 350 dipartimenti a livello nazionale che possono concorrere a classificarsi tra i 180 dipartimenti eccellenti e ricevere ciascuno un finanziamento annuo di circa 1,5 milioni di euro, per 5 anni, per la realizzazione del proprio progetto di sviluppo scientifico e didattico. I dipartimenti dell’università di Verona selezionati sono 9 su 12. Al primo posto assoluto nelle rispettive aree ci sono Lingue e Letterature Straniere, Neuroscienze, Biomedicina e Movimento e Scienze Giuridiche a cui si aggiungono Informatica, Medicina, Biotecnologie, Scienze chirurgiche, Odontostomatologiche e Materno-infantili, Scienze economiche ed Economia aziendale. L’ateneo scaligero sponsorizza e sostiene i propri dipartimenti in lizza, non solo per l’importante finanziamento in gioco, ma anche per i risvolti reputazionali che questa selezione inevitabilmente determinerà.
Borse di dottorato di ricerca internazionali. Il riconoscimento della qualità scaligera nella formazione dei dottori di ricerca arriva anche a livello internazionale. Nell’ambito dell’azione Marie Curie denominata “Cofund” del programma Horizon 2020, la Commissione europea finanzierà 14 borse con l’obiettivo di promuovere l’eccellenza nella formazione alla ricerca internazionale, intersettoriale e interdisciplinare e sostenerne la mobilità. Il progetto prevede un costo complessivo di oltre 2 milioni di euro cofinanziato in parte dall’università di Verona con un contributo della Regione del Veneto. In questa sessione solo 2 i progetti italiani finanziati, quello dell’ateneo di Verona e uno dell’Istituto nazionale di fisica nucleare. L’ateneo veronese è pertanto l’unica università ad aver ottenuto questo riconoscimento in questa tornata.
Nuova contribuzione studentesca. I risultati di bilancio inoltre hanno consentito all’ateneo di strutturare da quest’anno il proprio sistema di contribuzione studentesca in modo tale non solo da recepire le novità introdotte dalla legge di Bilancio 2017 che richiedono sistemi di agevolazioni a favore degli studenti rientranti nelle fasce di reddito più basse (Isee fino a 30.000 euro), ma anche da premiare tutti gli studenti, indipendentemente dal reddito, in possesso dei requisiti di merito (crediti formativi acquisiti), prevedendo una contribuzione ridotta di 200 euro rispetto all’anno precedente. La previsione è che oltre l’80% degli studenti pagheranno di meno rispetto all’anno scorso, per contro, l’ateneo assorbirà una riduzione annua di gettito di contribuzione studentesca di circa 1,5 milioni di euro.