Si è concluso, dopo un anno di lavoro, il progetto Atlas#Veronetta, nato con l’obiettivo di analizzare da diversi punti di vista il quartiere di Veronetta e la sua trasformazione. Una ricerca-azione sul campo, realizzata in stretta collaborazione con i cittadini, che propone una nuova immagine di Veronetta, delle sue caratteristiche e problematiche.
Lo studio è stato realizzato da un consorzio composto dai dipartimenti di Scienze giuridiche, Scienze umane e Culture e civiltà dell’università di Verona, dall’istituto di ricerca Laa-Lavue Ensa (Laboratoire Architecture Anthropologie) di Paris La Villette e da una rete di 22 enti del terzo settore, per lo più associazioni, ma anche istituti scolastici e religiosi tutti con sede a Veronetta. L’indagine è stata realizzata grazie anche al contributo della Fondazione Cariverona.
I risultati del progetto sono stati presentati lunedì 13 novembre nella biblioteca Vanzetti di Palazzo Giuliari, nel corso di una conferenza stampa. Sono intervenuti Marta Ugolini, delegata del rettore alla Comunicazione, Donata Gottardi, direttrice del dipartimento di Scienze giuridiche, Alessia de Biase responsabile scientifico del Laa-Lavue Ensa di Paris La Villette, Gian Paolo Romagnani, direttore del dipartimento Culture e civiltà, Paola Di Nicola, docente del dipartimento di Scienze umane e Chiara Stella, insegnante dell’Istituto comprensivo 18 e coordinatrice della rete associativa di Atlas#Veronetta.
La ricerca. Veronetta è tante cose: è università, turismo, artigianato, ma anche il quartiere “storico” degli immigrati. Proprio a partire dalle peculiarità del quartiere, i ricercatori, insieme ai cittadini, hanno analizzato Veronetta in un’ottica interdisciplinare.
Il gruppo del dipartimento di Scienze umane, diretto da Luigina Mortari, ha studiato l’impatto economico, sociale e culturale dell’università di Verona nel quartiere, attraverso un’indagine quantitativa che ha riguardato un campione di 350 residenti. Tra gli intervistati è grande l’orgoglio per il recupero, da parte dell’ateneo, della nuova sede universitaria di Santa Marta, uno spazio che, per tanto tempo, è stato inutilizzato dalla cittadinanza. A questo si unisce una valutazione positiva della presenza dell’università a Veronetta anche per altri aspetti: la riqualificazione del quartiere, il rallentamento dell’abbandono da parte dei residenti, il ringiovanimento della popolazione e la vivacizzazione della vita culturale. Positivi, secondo i cittadini, anche l’incremento delle opportunità economiche portate dall’ateneo nel quartiere e l’aumento della sicurezza.
Il dipartimento Culture e civiltà, diretto da Gian Paolo Romagnani, ha condotto un’analisi qualitativa di tipo etnografico e geografico degli spazi del quartiere, cercando di far emergere il punto di vista degli abitanti. Il team di antropologia, tra le sue attività, ha ideato “Il gioco di Veronetta”, un modo creativo e divertente per analizzare il quartiere e i suoi spazi attraverso la voce dei residenti ed evidenziare i luoghi più amati e quelli che invece creano un disagio. Il team di geografi, invece, ha realizzato uno studio sui confini di Veronetta, differenziando quelli definiti dal Comune da quelli percepiti dai cittadini. Inoltre, gli studiosi del dipartimento hanno lavorato insieme ai ragazzi delle scuole primarie Bartolomeo Rubele e Abramo Massalongo e della scuola secondaria di I grado Duca D’Aosta. Durante appositi incontri nelle classi, realizzati con metodologie calibrate alle diverse età e grazie alla partecipazione attiva degli insegnanti, è emerso che secondo i ragazzi i problemi di Veronetta non sono la sicurezza o la presenza di immigrati, quanto la mancanza di spazi di aggregazione e la pulizia dei marciapiedi.
Il dipartimento di Scienze giuridiche, diretto da Donata Gottardi, si è occupato dell’analisi di spazi, tempi e relazioni che compongono il contesto urbano del quartiere, offrendo una lettura di tipo giuridico che ha suggerito alcune interpretazioni della realtà di Veronetta. Diversi aspetti di questa analisi sono stati approfonditi grazie alla sinergia con i ricercatori del Laa-Lavue Ensa di Paris La Villette, coordinati da Alessia de Biase. Attraverso un approccio interdisciplinare, infatti, i due gruppi di studio hanno condiviso le metodologie di lavoro e il materiale raccolto.
Nel corso di due workshop intensivi del progetto, che si sono svolti a febbraio e giugno e sono stati coordinati dal gruppo parigino, i due team hanno lavorato insieme su alcuni aspetti della vita del quartiere, grazie alla collaborazione con la rete associativa. In particolare, le indagini su tempi di Veronetta, evoluzione delle attività commerciali e trasformazioni urbane del quartiere, sono state realizzate alla luce dei passaggi salienti delle normative locali, ma anche regionali, nazionali ed europee, che hanno stabilito divieti, restrizioni, incentivi e liberalizzazioni. L’analisi dei commerci, per esempio, ha permesso di comprendere come le variazioni sugli orari di apertura e chiusura delle attività, imposte dalla legge, abbiano portato a una trasformazione della vita nel quartiere, modificando le abitudini dei suoi abitanti.
Realizzato in sinergia, infine, anche l’approfondimento dedicato alla rete delle relazioni di Veronetta. Attraverso l’analisi degli attori e delle loro relazione sono stati evidenziati quali sono i bisogni del quartiere e come la rete si attivi per farvi fronte. Lo studio ha sottolineato come l’intreccio dei rapporti tra i diversi attori coinvolga vari ambiti: da quelli culturali e di svago alla dimensione della vulnerabilità sociale, economica e culturale.
La metodologia. Questa ricerca-azione si è proposta di osservare il quartiere per far emergere nuove prospettive per guardare e analizzare la città grazie al coinvolgimento diretto dei cittadini, reso possibile anche dal consorzio di associazioni ed enti del territorio. Il nome del progetto accosta Veronetta al termine Atlas, atlante, che, in questo contesto, non è solamente uno strumento geografico ma una vera e propria metafora di un modo di lavorare che ha la prerogativa di accostare dei materiali differenti in grado di raccontare una situazione. La scelta di Veronetta per questo tipo di indagine non è stata casuale: il quartiere, infatti, può essere considerato un caso di studio interessante per la sua posizione geografica e per la sua evoluzione storica, demografica, sociale ed economica. Questo approccio, però, potrà essere riproposto anche in altri contesti, per analizzare con la stessa metodologia altre zone di Verona o altre città.
Le associazioni coinvolte nel progetto, coordinate da Alteritas e VivInEuropa, sono Agile, Memoria Immagine, Ccgi (ostello della gioventù), Cestim, Collegio femminile Don Mazza, Centro Servizi Volontariato, Dèsegni, Dhub, Energie sociali, Exp-Are we human, Fevoss, Gasdotto, Isolina e…, Istituto comprensivo 18 Veronetta-Porto, Le Fate onlus, Libre, Social street XX settembre, Radici dei diritti, Veronetta 129.