L’ateneo si prepara a una nuova sfida guardando oltre i confini del nostro Paese. A sostenerla la Commissione europea e la Regione Veneto che hanno creduto nel progetto Invite per la formazione di una “nuova generazione” di ricercatori giovani e aperti alle sfide dell’internazionalizzazione. Il piano prevede un investimento di oltre 2 milioni di euro per finanziare 14 borse di studio, una per ciascuno dei corsi di dottorato già attivi in ateneo. Si punta a selezionare laureati brillanti all’inizio della loro carriera, che risiedono all’estero, di nazionalità italiana o straniera. Il progetto è stato presentato dal rettore, Nicola Sartor, dall’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan e dal delegato alla Ricerca, Mario Pezzotti.
Invite (Innovative Verona university’s inter-disciplinary, inter-sectoral and international training experience) ha l’obiettivo di promuovere l’eccellenza nella formazione dei ricercatori, la loro mobilità e lo sviluppo della loro carriera. Il progetto è finanziato per oltre 1 milione di euro dalla Commissione europea, all’interno di Cofund, una delle linee di finanziamento del programma comunitario delle Azioni Marie Skłodowska-Curie di Horizon 2020. Quello veronese è uno dei pochi progetti italiani ad aver ottenuto il finanziamento europeo nel bando 2016 a conferma della qualità scaligera nella formazione dei dottori di ricerca a livello internazionale. La restante copertura sarà assicurata dall’ateneo e dalla Regione Veneto con un contributo di 200 000 euro. Coinvolti nel progetto anche 17 università e centri di ricerca in Europa e nel mondo, 11 imprese private e 5 partner istituzionali (Comune di Verona, Camera di Commercio, Confindustria, Progetto di vita Cattolica per i giovani, Netval).
A chi si rivolge. Le borse sono rivolte a laureati che non abbiano già conseguito un dottorato, con meno di 4 anni di esperienza di ricerca, provenienti da qualsiasi Paese e di qualsiasi nazionalità e che non abbiano soggiornato in Italia per più di 12 mesi negli ultimi tre anni. Il progetto punta a formare una nuova generazione di ricercatori in un ampio ventaglio di discipline e fornire loro la capacità di stabilire collaborazioni professionali con istituzioni accademiche e con il settore privato a livello italiano ed europeo. Questo anche per rafforzare la capacità dell’ateneo di ospitare ricercatori internazionali di talento in un ambiente di lavoro di alta qualità.
I benefici attesi per il territorio. Invite porterà un contributo significativo alla realizzazione della Smart Specialisation Strategy della Regione del Veneto. Il rafforzamento del dialogo intersettoriale tra istituzioni accademiche, imprese ed enti pubblici comporterà anche un incremento del grado di innovazione del territorio. Aumenterà, inoltre, l’attrattività internazionale della regione per poter far rientrare in Italia quei ricercatori che hanno abbandonato il nostro Paese rispondendo così al fenomeno della “fuga dei cervelli”. E, non da ultimo, saranno messe a punto procedure e strategie per migliorare l’offerta formativa di livello dottorale degli atenei veneti, in sintonia con le raccomandazioni comunitarie. Proprio sul collegamento tra ricerca e mondo produttivo si è soffermato Mario Pezzotti:
Il valore aggiunto di Invite nella formazione dottorale. Oltre alla specifica formazione prevista da ciascun corso di dottorato, il progetto Invite offrirà ai ricercatori selezionati una serie di attività aggiuntive che mirino a sviluppare e rafforzare le competenze trasversali degli studenti. L’internazionalizzazione sarà promossa attraverso periodi di ricerca all’estero, anche in contesti non accademici, per sviluppare l’intersettorialità e l’interdisciplinarietà. Saranno, inoltre, organizzati incontri con esponenti del mondo economico e imprenditoriale veneto e degli enti pubblici e locali veneti. Per aiutare gli studenti sarà attivo un servizio di orientamento personalizzato che li sosterrà nel pianificare al meglio il proprio percorso lavorativo post-dottorato.
Maggiori informazioni www.univr.it/invite