La storia della Shoah non finisce il 27 gennaio 1945. Il giorno in cui l’esercito sovietico ha aperto i cancelli di Auschwitz, scoprendo l’orrore dei campi di concentramento, è iniziata una nuova parte di storia. Il mondo ha aperto gli occhi e si è interrogato sul significato stesso di umanità. È qui che inizia il viaggio verso casa degli ex deportati e il racconto di Elisa Guida, autrice de “La strada di casa. Il ritorno in Italia dei sopravvissuti alla Shoah”, presentato martedì 23 gennaio all’università.
In dialogo con Dario Venegoni, presidente dell’associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned), e Gian Paolo Romagnani, direttore del dipartimento di Culture e civiltà, la Guida ha illustrato le tappe della sua ricerca, iniziata con l’incontro di Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz.
Il ritorno e il reinserimento dei sopravvissuti ai lager nazisti in un contesto storico profondamente mutato dalle violenze della guerra è una nuova chiave di lettura della Shoah. Elisa Guida ha analizzato una pagina drammatica del dopoguerra mettendone in luce le contraddizioni e gli episodi di solidarietà. Da questo spirito e dalla volontà di non dimenticare è nata la Giornata della memoria che, secondo la scrittrice, non deve rimanere solo una ricorrenza, ma un punto di riflessione costante.