“Uno studioso dalla grande cordialità, generosità e sensibilità umana nei confronti delle diverse personalità con cui entrava in contatto.” Queste le parole che Arnaldo Soldani e Fabio Danelon, docenti di Linguistica e Letteratura italiana, hanno speso per Giuseppe Chiecchi in apertura della giornata di studio e festeggiamento dedicata al docente, da poco in pensione. Nella mattinata di mercoledì 28 novembre studenti e colleghi hanno riempito l’aula 2.1 del polo Zanotto per seguire la lectio magistralis di Luigi Surdich, dell’università di Genova, sul paradiso dantesco e sui recenti studi del professor Chiecchi, raccolti nella sua pubblicazione “Dissolvenze dantesche e altre divagazioni sul Paradiso”.
La capacità di rivelare verità sovrasensibili facendo ricorso a immagini sensibili, l’importanza della luce e dei suoni per descrivere lo sfondo ambientale del Paradiso, il dubbio come fondamento dell’iter compiuto da Dante e l’ineffabilità sono stati i temi di maggior rilievo illustrati da Surdich, grazie agli spunti forniti dal libro di Giuseppe Chiecchi. “Il senso della Divina Commedia di Dante non sta nel viaggio, ma nella sua conclusione. È la conclusione del viaggio il nodo verso cui converge tutto il poema” ha concluso il professor Surdich, ricordando anche la doppia natura della Commedia, da considerarsi sia un poema-sacro sia un poema-grido, di invettiva.
Giuseppe Chiecchi ha ringraziato infine tutti i presenti per il calore e l’affetto, ribadendo la felicità di aver potuto dedicare la sua carriera a ciò che più ama, la letteratura.