Enrico Milano, docente di Diritto internazionale in ateneo, è stato nominato esperto giuridico per la Rappresentanza permanente italiana alle Nazioni Unite.
Il professor Milano prenderà l’incarico a partire dal 1° gennaio 2019 e per due anni svolgerà il ruolo di consulente tecnico a New York, per la rappresentanza italiana all’Onu.
“Sono stato chiamato dal Ministero degli Affari esteri, che ha valutato una serie di curricula e, dopo aver superato alcuni colloqui selettivi, sono stato scelto per questo ruolo tecnico, come esperto di Diritto internazionale – spiega Milano – Accompagnerò il lavoro dei diplomatici su varie questioni, dalla lotta alla povertà, alle missioni d pace, dall’immigrazione agli interventi di carattere umanitario”.
Un incarico prestigioso che il docente ricoprirà all’interno della Rappresentanza permanente, guidata dall’ambasciatrice Mariangela Zappia.
La rappresentanza permanente. Il 14 dicembre del 1955 l’Italia ha aderito alla Carta delle Nazioni Unite, divenendo membro dell’Organizzazione. Ha avuto inizio allora una lunga storia di collaborazione, sostegno e impulso alle attività dell’Onu. L’Italia partecipa alle attività delle Nazioni Unite con impegno crescente, contribuendo al perseguimento degli obiettivi della Carta, dal mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, alla promozione e difesa dei diritti umani, allo sviluppo sostenibile. In questi decenni l’Italia ha contribuito con determinazione all’elaborazione delle Risoluzioni dell’Assemblea Generale e del Consiglio di Sicurezza che hanno dato vita a grandi innovazioni sul piano delle norme internazionali. Le campagne in favore della moratoria della pena capitale, quelle per promuovere l’uguaglianza di genere e i diritti delle donne e delle bambine (anche attraverso la lotta a pratiche quali le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci e forzati), le battaglie contro ogni forma di discriminazione religiosa e in favore della libertà di opinione, sono alcuni dei temi che vedono il nostro Paese in prima fila. L’Italia ha inoltre condiviso direttamente le responsabilità che derivano dalla sicurezza collettiva, ricoprendo per sei volte il ruolo di membro non permanente del Consiglio di Sicurezza e partecipando alle operazioni di pace.