Domenico De Leo, medico legale, ordinario di Medicina legale e presidente della Scuola di medicina di ateneo, tra i tecnici del Consiglio superiore di sanità. La nomina è arrivata dal Ministero della Salute, il 5 febbraio, con decreto firmato dal ministro Giulia Grillo. Dal 1978, alle attività di didattica, clinica e ricerca, De Leo ha affiancato numerosi incarichi al servizio delle istituzioni. Tra questi, la consulenza medico legale per l’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, le attività di perito e consulente medico legale d’ufficio per conto di alcuni tribunali di Veneto, Trentino Alto Adige e Lombardia e la presidenza del Collegio dei docenti di Medicina legale. Il suo mandato come membro non di diritto al Ministero durerà tre anni.
“Sono molto soddisfatto di questa nomina – spiega – che dà lustro alla Scuola di Medicina e all’università di Verona. Sono onorato di mettere le mie competenze e conoscenze al servizio del sistema assistenziale italiano, ai vertici dei sistemi sanitari del mondo occidentale e che ha portato il nostro Paese ad avere la più alta aspettativa di vita a livello europeo.”
Il Consiglio superiore di sanità è organo consultivo tecnico del Ministro della Salute e svolge compiti di monitoraggio dei fatti riguardanti la salute pubblica su richiesta del Ministro, di studio dei problemi attinenti all’igiene e alla sanità, di indagine scientifica e inchiesta su avvenimenti di rilevante interesse nel campo igienico e sanitario, di avanzamento di proposte all’amministrazione sanitaria relative a schemi di norme e di provvedimenti per la tutela della salute pubblica. Si occupa, inoltre, di proporre la formulazione di standard costruttivi e organizzativi per l’edificazione di ospedali, istituti di cura e altre opere igieniche da parte di pubbliche amministrazioni.
“Numerose le questioni di salute pubblica su cui saremo chiamati a dare risposta. Tra queste la necessità di migliorare la qualità della vita delle persone, sempre più longeve. Se nel nostro paese l’aspettativa di vita è fra le più alte al mondo, a questa non corrisponde una qualità di vita altrettanto elevata. Il traguardo sarà, quindi, riuscire ad assistere al meglio persone che vivono a lungo ma che hanno una sopravvivenza problematica. L’altra sfida sarà riuscire a valorizzare le nuove figure professionali sanitarie, tra cui infermieri, tecnici radiologici e di laboratorio, fisioterapisti e logopedisti, armonizzando le loro competenze con l’azione medica. Manca, a oggi, il giusto riconoscimento di tali professionalità ”.
I membri non di diritto del Consiglio sono selezionati fra docenti universitari, dirigenti di struttura complessa del Servizio sanitario nazionale, soggetti particolarmente qualificati nelle materie attinenti alle competenze istituzionali del Consiglio, tra figure della magistratura ordinaria, amministrativa, contabile e tra gli avvocati di Stato.