Era l’anno accademico 1992-1993 quando un chimico, un microbiologo e un genetista hanno dato il via a Verona a un nuovo corso di laurea che non solo era il primo nel panorama italiano, ma sarebbe anche diventato un’eccellenza a livello nazionale. Il corso di Biotecnologie compie 25 anni e per festeggiare i traguardi raggiunti e ricordare l’importanza che lo sviluppo scientifico riveste nella quotidianità di tutti noi, l’università di Verona organizza un evento lunedì 18 febbraio, alle 14, nell’aula magna di Cà Vignal 2, sede dell’area di Scienze e ingegneria.
Il programma. Dalle 14 Antonella Furini, presidente della Scuola di Scienze e ingegneria, porgerà i saluti istituzionali e presenterà i percorsi di formazione in Biotecnologie dell’università di Verona. Seguiranno gli interventi di vari esperti del settore, che contribuiranno a fornire una visione a tutto tondo del mondo delle biotecnologie. Dietelmo Pievani, filosofo della scienza all’università di Padova, con un approccio meno scientifico ma altrettanto significativo, presenterà le sfide per il futuro nella lettura e riscrittura del Dna; Giovanni Maga, biotecnologo dell’Istituto di genetica molecolare di Pavia che opera nel campo dei vaccini, illustrerà le principali tappe che hanno segnato la storia delle biotecnologie. Infine Danilo Porro, docente all’università di Milano Bicocca che lavora nel settore della chimica verde e delle biotecnologie innovative, focalizzerà il suo contributo sull’importanza delle biotecnologie nell’economia circolare.
L’incontro proseguirà con una tavola rotonda che vedrà protagonisti Davide Ederle, ex studente di ateneo ora presidente dell’Associazione nazionale biotecnologi italiani, Rita Fucci, coordinatrice tecnico scientifica di Assobiotec, associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, che stimolerà la discussione fra società e studenti spiegando loro quali sono le principali tematiche affrontate nel lavoro e il giornalista Domenico Lanzillotta, direttore responsabile di Veneto economia e Alto Adige innovazione.
Biotecnologie a Verona. In 25 anni a Verona si sono laureati oltre 1400 studenti. A oggi l’offerta formativa magistrale include, oltre allo storico corso di laurea in biotecnologie agro-alimentari e uno interamente in inglese in biotecnologie medico- molecolari, anche quello in biotecnologie per le biorisorse e lo sviluppo ecosostenibile.
Nel corso dei 25 anni il settore ha conosciuto un progresso enorme, come evidenzia Antonella Furini: “negli oltre 20 anni di storia delle biotecnologie abbiamo fatto dei passi da gigante. Basti pensare alle ricerche nel sequenziamento del genoma umano: sono stati necessari 13 anni di lavoro e di sforzo internazionale per assemblare le sequenze del genoma e pubblicare la ricerca sull’argomento. Oggi, in sole 48 ore, riusciamo a sequenziare il genoma e in pochi giorni assemblare tutte le sequenze. Bisogna anche ricordare come l’università, con l’istituzione del Centro piattaforme tecnologiche, abbia investito molto nella strumentazione scientifica che consente una ricerca di alto livello.”
Biotecnologie dell’università di Verona, inoltre, è stata premiata dal ministero dell’università e della ricerca come dipartimento di eccellenza per l’area di Scienze chimiche con un progetto “che riguarda la chimica verde – spiega la docente – e si occupa di analizzare il ciclo vitale dei beni, spaziando dalla chimica di base, l’agricoltura, la trasformazione industriale, il recupero e la valorizzazione del rifiuto fino all’immissione nell’ambiente di materia capace di restituire nutrimento al suolo”.