Valorizzare le competenze che emergono nella fase del reclutamento è la chiave per massimizzare i risultati in materia di ricerca e innovazione. Questo il tema oggetto del dibattito al secondo seminario annuale del progetto “Invite” che si è tenuto nella mattinata di mercoledì 4 dicembre in sala Barbieri di Palazzo Giuliari.
Il progetto “Invite” è promosso dall’ateneo in collaborazione con Regione Veneto e con la Commissione europea all’interno del piano Horizon2020.
Durante il secondo seminario dell’anno, “Best practices to recruit reserchers” è intervenuto Mario Pezzotti, docente di Genetica agraria dell’ateneo e coordinatore del progetto:
“Il contributo dei dottorandi e dei giovani ricercatori alla ricerca europea è all’incirca del 50%, è per loro e attraverso loro che noi lavoriamo”, spiega Denis Delfitto, delegato del rettore alla Valutazione e impatto della ricerca. Delfitto ha così commentato l’importanza del progetto:
All’interno del seminario sono intervenuti anche Maria Vittoria D’Inzeo, policy officer della Commissione UE responsabile della ricerca a livello accademico, Chiara Biglia, a capo dell’ufficio Ricerca e mobilità dell’università di Torino e Claudia Barale, dirigente del reparto PhD dell’ateneo piemontese. A chiudere i lavori, per AlmaLaurea, è stato Gilberto Antonelli.