L’ateneo di Verona prosegue nella sua vocazione di una sempre maggiore internazionalizzazione. In quest’ottica si è avviato un percorso che ha visto la partecipazione con la questura di Verona, per sviluppare buone pratiche in favore delle studentesse e degli studenti e dei docenti stranieri che si trovano per un periodo a studiare o lavorare nell’università scaligera. L’ateneo accoglie ad oggi oltre mille studentesse e studenti provenienti da Paesi stranieri e offre nove corsi di laurea interamente in lingua inglese.
Nel 2019, da maggio a dicembre, sono stati 50 gli agenti di polizia che hanno ricevuto formazione rispetto alla mobilità internazionale dell’ateneo, per quanto riguarda gli studenti e i ricercatori stranieri in arrivo a Verona. Il corso è stato promosso dall’Isu, International Students Unions di Verona, in collaborazione con la Mobilità internazionale di ateneo e con la partecipazione dell’Ufficio immigrazione della questura di Verona. Il corso ha rappresentato per gli agenti un aggiornamento professionale a tutti gli effetti, con l’obiettivo comune di conoscere e condividere gli aspetti normativi che regolano questo ambito, nell’ottica di un reciproco accrescimento delle conoscenze.
Inoltre, l’ateneo e la questura, grazie alla decisione deliberata da entrambi, sono riusciti a snellire le procedure burocratiche per i visiting professor, ovvero i docenti stranieri che vengono a effettuare un periodo di ricerca nel nostro ateneo.
I visiting professor avevano bisogno, per soggiornare e lavorare in Italia, di un visto per lavoro autonomo, per ottenere il quale era necessario presentare preventivamente alle questure una procura speciale autenticata dalla Rappresentanza diplomatica italiana nel Paese di residenza, con ulteriore aggravio economico e burocratico. A seguito dell’incontro con gli uffici della questura di Verona, l’ateneo ha invece concordato che la procura speciale possa essere sostituita da una delega sottoscritta dal visiting professor con autentica amministrativa della firma da parte della Rappresentanza consolare italiana del Paese di residenza oppure nei Paesi di diritto anglosassone da una delega autenticata sotto forma di “affidavit” da parte di un’autorità amministrativa/notarile locale. Nel primo caso, viene meno il costo per la procedura di autenticazione, in quanto il servizio viene fornito gratuitamente, nel secondo caso gli interessati avranno bisogno di presentarsi alla Rappresentanza consolare solo una volta per la richiesta del visto.