“Verona, due nuovi corsi di laurea «Pronti alla sinergia con gli altri atenei»”. E’ questo il titolo dell’articolo a firma della giornalista Angiola Petronio, pubblicato giovedì 5 novembre sull’edizione del Veneto del Corriere della Sera. Il focus è dedicato alla conferenza stampa che si è tenuta il 3 novembre a Palazzo Giuliari in cui il magnifico Rettore Pier Francesco Nocini e il Presidente di Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco hanno illustrato il progetto per lo sviluppo di aree strategiche del territorio.
Di seguito il testo completo dell’articolo.
La vocazione è la stessa: far crescere i territori. Con la sinergia, tanto basica quanto fondamentale, del sapere e della spinta, anche economica, a quel sapere. La sinergia è quella tra l’Università di Verona e la Fondazione Cariverona, che – prima volta in Italia – andrà a «contaminare» anche due altri atenei, quelli di Modena e Trento, creando una «federazione» che potrà aprirsi ad altre realtà accademiche. È sotto questa egida che verranno battezzati due nuovi corsi di laurea, realizzati con un investimento da un milione e mezzo da parte di Fondazione Cariverona. Quelle triennali, le «professionalizzanti», create per dare uno sbocco anche lavorativo al sapere cattedratico declinato, in questo caso, alle richieste e alle esigenze del territorio. Sarà attiva già dal prossimo anno accademico «bioingegneria dei sistemi medicali della persona» alla quale, dall’anno accademico 2022-2023, si affiancherà quella di «operatore esperto nell’area alimentare», figura centrale in un territorio come quello veneto dove la vocazione agroalimentare resta trainante.
Sarà grazie al finanziamento di Fondazione Cariverona che verranno assunti 10 nuovi ricercatori per i due corsi di laurea«Il nostro ateneo – ha spiegato il magnifico rettore di Verona Pier Francesco Nocini – si è trovato a doversi confrontare con un forte deficit. Tra le cose che noi possiamo fare c’è l’incremento delle matricole, cosa che quest’anno abbiamo raggiunto con oltre 8mila nuove iscrizioni. E poi ho pensato a qualcosa di nuovo, che non fosse in competizione con altri atenei, ma creasse un ambito unico nel suo genere con due scopi ben precisi: quello di venire incontro alle esigenze dell’economia locale e quello, soprattutto, di garantire ai futuri laureati un alto tasso di occupazione». Tasso che, per ingegneria dei sistemi medicali della persona punta all’80 per cento entro il primo anno dalla laurea. «Modena e Trento hanno già delle importanti scuole di Ingegneria e unire i “saperi” è stato quasi spontaneo. Se con Trento abbiamo già sperimentato la federazione per quanto riguarda Medicina, con Modena è una nuova collaborazione. La sede sarà a Verona, perché da qui è nata la richiesta da parte del settore industriale di queste figure professionali e qui i fondi per la sostenibilità dei corsi sono arrivati grazie alla Fondazione. Ma la federazione si può aprire ad altri atenei, ad esempio a Padova, se avrà il piacere di voler collaborare con noi anche per altri progetti simili». Visione di un ateneo che s’interseca con la realtà sociale ed economica condivida dal presidente di Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco «È un’operazione lungimirante, partita con due iniziative precise. Verona e il Veneto hanno un’economia che comincia a traballare. Diventa fondamentale, a questo punto, investire in un capitale umano che deve essere preparato al meglio. Questa è anche la vocazione della Fondazione per il prossimo anno: privilegiare quel capitale umano».