Uno stimolo per tutto il corpo docente ad un continuo progresso didattico non solo tecnologico ma anche “umano”. È questo il senso che ha attribuito al premio “Docente dell’anno” uno dei 6 vincitori, Bruno Magnan. Nato a Verona il 13 agosto 1956, si è laureato all’università di Padova, sede staccata di Verona, nel luglio 1980. Ha ottenuto la specializzazione in Ortopedia e traumatologia nel luglio 1985 a Verona. La sua carriera si è svolta con un’alternanza di incarichi universitari, poi ospedalieri, ed infine ancora universitari, quando è diventato associato nel 2010 e ordinario nel 2017. È stato allievo di Giovanni de Bastiani e di Pietro Bartolozzi. Ha svolto la sua attività per 32 anni al Policlinico di borgo Roma e dal 2012, quando è succeduto nella cattedra di Ortopedia e traumatologia al professor Bartolozzi, il reparto è stato trasferito al polo chirurgico Confortini dell’ospedale di borgo Trento.
“Professore, può raccontarci qualcosa della sua didattica?”
Sono stato titolare di numerosi insegnamenti del corso di laurea magistrale in medicina e chirurgia, dei corsi di laurea in fisioterapia e scienze infermieristiche ed in numerose scuole di specializzazione. Ho circa 180 studenti che mi hanno riconosciuto, direi, la simpatia, spesso presenti in aula durante le mie lezioni di “Malattie dell’Apparato Locomotore” al 5° anno del corso di laurea magistrale in medicina e chirurgia che si svolge nell’arco di 12 lezioni di due ore per un totale di 24 ore. Il mio impegno didattico principale rimane la Scuola di specializzazione in ortopedia e traumatologia del nostro ateneo, da me diretta, che mi occupa praticamente a tempo pieno con attualmente 85 iscritti nei cinque anni e con una didattica teorica e pratica molto intensa.
“Cosa significa per lei questo riconoscimento?”
Sono felice e anche un po’ commosso per questa comunicazione e il piccolo ma significativo riconoscimento. Ho sempre cercato di curare il rapporto con gli studenti in aula, pur con una materia squisitamente clinica cercando di “condirla” sia con risvolti di scienza di base ma anche con aspetti molto “pratici” e lungi da me il pensiero di essere “migliore”.
Mi congratulo con tutti i colleghi premiati e mi auguro che queste “nomination” siano soprattutto di stimolo per tutto il corpo docente ad un continuo progresso didattico non solo tecnologico ma anche “umano”.