La critica situazione economica attuale, complice anche la pandemia da Covid-19, ha suggerito la nascita di eventi come quello di “Wake Up Italia”. Chiedersi come ripartire, come reagire, come “svegliare” il nostro Paese è fondamentale per mettere in atto tutte le misure del caso volte ad evitare che siano i giovani di oggi a pagare le pesantissime conseguenze di domani. Questo il tema al centro del primo incontro avvenuto il 17 marzo scorso con ospite Dario Scannapieco, vicepresidente della Banca europea per gli investimenti (Bei).
Dopo i saluti istituzionali di Diego Begalli, delegato del rettore al Trasferimento della conoscenza e rapporti con il territorio, Sergio Noto, docente di Storia economica e promotore dell’iniziativa, ha dato il via all’incontro online rivolgendo una serie di domande al vicepresidente Bei. “La Bei è un’istituzione europea a sostegno dei progetti di interesse dell’Ue” ha affermato Scannapieco. “Ha un bilancio di 650 miliardi di euro, quasi metà del Pil italiano ed è la più grande istituzione finanziaria internazionale”. Impegnata anche nell’ambito della formazione, la Bei ha lanciato nel 2016 il progetto Itatech assieme alla cassa depositi e prestiti con l’obiettivo di “creare fondi di technology transfer da investire nella ricerca trasformandola in innovazione e impresa”. Negli ultimi dieci anni la banca ha inoltre firmato finanziamenti per oltre un miliardo di euro con numerose università italiane, incluso l’ateneo scaligero”.
Il vicepresidente Bei ha toccato poi due ambiti essenziali del Recovery plan, ambiente e cultura. Per il primo è previsto un investimento del 37 % delle risorse ed è la base da cui partire per un qualsiasi progetto di sviluppo. “L’avanzamento delle industrie verso fonti alternative – ha spiegato Scannapieco – gioca un effetto trainante per le altre industrie ed attira una serie di investimenti, generando così “un impatto a cascata sull’economia e sugli altri settori. La cultura, invece è un tesoro che va fatto fruttare come testimonia l’approccio gestionale sempre più manageriale”.
Un’ultima considerazione è stata mossa nei confronti delle banche, rimarcando la necessità da parte di queste a finanziamenti di lungo termine. “Oggi abbiamo bisogno di investitori pazienti, che entrino in un progetto e finanzino a lunghissime durate”, ha annunciato Scannapieco. “Si deve tornare a quella finanza capace di guardare al lungo termine, che affianca e sostiene gli investimenti”, ha chiuso.
Il calendario degli appuntamenti è consultabile nella pagina “Wake up italia”. La registrazione dell’incontro è disponibile sul canale YouTube di ateneo.