Grande partecipazione di professioniste e professionisti del settore e della comunità studentesca alla mattinata di incontro e confronto su “Il mestiere di pedagogista” che si è tenuto il 16 dicembre scorso, al Silos del Polo Santa Marta. Nel corso del seminario sono state messe in luce le numerose sfaccettature di questo antico mestiere, oggi più che mai attuale, con testimonianze portate dalle addette e addetti ai lavori del territorio. Di grande valore la presenza dell’onorevole Vanna Iori, promotrice e firmataria della legge 205/2017, che ha aperto l’incontro.
La mattinata di studi, organizzata nell’ambito delle iniziative programmate dal Collegio didattico di Scienze pedagogiche, è stata organizzata da Antonietta De Vita, docente di Pedagogia generale e sociale all’università di Verona, che ha introdotto la figura del pedagogista e del consulente pedagogico da un punto di vista culturale e politico. Con lei la collega Paola Dusi che è intervenuta sulla centralità della figura della pedagogista e del pedagogista oggi: “C’è un bisogno educativo. Siamo in un momento storico, culturale e sociale in cui si fa fatica a riconoscere il ruolo del pedagogista e dell’educatore che dal basso, invece, è fortemente sentito. Abbiamo cercato di attivarci a livello politico e di ricerca per aiutare i nostri studenti a capire cosa fanno il pedagogista e l’educatore.”
All’evento hanno partecipato diversi esponenti della pedagogia dal mondo accademico e professionale. Il ciclo di relazioni è stata aperto dall’onorevole Vanna Iori, promotrice e firmataria della legge 205/2017 che stabilisce l’obbligatorietà della qualifica di “educatore professionale socio-pedagogico” per chi lavora in contesti pubblici e parificati inerenti alle professioni socio-educative e non è in possesso della laurea triennale nella classe L-19 o altri titoli equiparati. “Le sfide più importanti – ha affermato Iori – sono legate al dopo lockdown che ha cambiato le relazioni e mostrato le criticità che esistevano fin da prima ma che si sono esacerbate: i problemi dei ragazzi che vanno dai disturbi del comportamento, al ritiro sociale, all’aumento degli hikikomori e dei ragazzi che tentano o attuano il suicidio. Tutto questo ci dice che c’è bisogno di prevenire il disagio, affidandosi al lavoro di educatori e pedagogisti”.
Qui di seguito il video dell’incontro: