In occasione della Giornata della memoria, mercoledì 25 gennaio alle 12, in Biblioteca Frinzi, via San Francesco 20, è stata inaugurata la mostra “Menestrella nel Lager. Disegni e filastrocche di Aura Pasa” dedicata ai disegni di Aurelia Pasa, veronese di adozione, deportata al Lager di Bolzano. Ai saluti iniziali hanno partecipato Olivia Guaraldo, delegata al Public engagement dell’ateneo scaligero, l’assessore alle Politiche giovanili del Comune di Verona Jacopo Buffalo, Diomira Pertini presidente provinciale dell’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned) e Tiziana Valpiana, consigliera nazionale Aned. Presente anche Giuliana Zampieri figlia di Aura Pasa.
Nel corso della giornata si è tenuto anche il primo dei due convegni promossi dall’ateneo per ricordare le vittime dell’Olocausto dal titolo “Ragazzi ebrei a Villa Emma: l’incontro di Nonantola tra solidarietà e salvezza” con ill direttore della Fondazione Villa Emma Nonantola di Modena, Fausto Ciuffi. Il prossimo appuntamento si terrà giovedì 2 febbraio alle 17.30 nella sala convegni del Palazzo della Gran Guardia in Piazza Bra con “La Shoah di Katia Bleier e la scrittura civile di Luigi Meneghello”. Protagonisti della conferenza saranno Luciano Zampese, docente del dipartimento di Lingue e letterature romanze dell’università di Ginevra, e Tullia Catalan, docente di Storia Contemporanea dell’università di Trieste. Le iniziative sono organizzate con il coordinamento scientifico di Renato Camurri, docente di Storia contemporanea, nell’ambito delle attività promosse dal Center for European Studies, in collaborazione con il Centro Studi Politici Hannah Arendt e con il patrocinio del Comune di Verona e della Comunità Ebraica della città.
Nata in provincia di Belluno il 17 ottobre 1907, Aurelia Pasa, detta Aura, è figlia di Attilio, scrittore, professore e ispettore capo delle scuole di Verona, fin dalla prima giovinezza segue il padre, trasferito nella città scaligera. Diplomata alla Reale accademia delle Belle arti di Venezia, insegna disegno in istituti inferiori e superiori. Liberale e democratica, dal settembre 1943 inizia la sua attività di partigiana combattente, prima al fianco del fratello Angelo, poi nelle file del Battaglione Montanari, che comprende una cinquantina di giovani e giovanissimi veronesi, tra cui due donne, in collegamento con la montagna.
Il 12 ottobre, su delazione, è arrestata, portata nella sede dell’Ufficio politico investigativo della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, in quella che oggi è Piazzetta Martiri della Libertà. Dopo otto giorni di interrogatori viene consegnata alle Ss con l’accusa di essere “antifascista, antitedesca e staffetta della divisione Pasubio” e rinchiusa in una cella sotterranea. Il 28 ottobre è trasferita nel campo di concentramento di Bolzano, dove rimane fino al 29 aprile 1945. Durante questa terribile esperienza non perde mai la voglia di raccontare, attraverso rime scanzonate e il linguaggio dell’arte, con vignette e bozzetti, la vita del campo, sapendo cogliere sempre gli aspetti meno drammatici o il motivo di sorriso anche in quelli più dolorosi.
Alla Liberazione porta con sé i taccuini che è riuscita a disegnare durante il lavoro coatto nella sartoria del campo e le rime scritte per alleviare le ore delle compagne di prigionia. Delusa dal comportamento di tanti compagni e scandalizzata dalla mancata epurazione dei fascisti nella vita delle istituzioni della Repubblica, si ritira da ogni attività politica e sociale.
I disegni, pubblicati in parte molti anni più tardi, nel 1982, dal cognato Giovanni Dean, noto professore antifascista veronese, grazie alla disponibilità della figlia Giuliana Zampieri, sono stati messi a disposizione dell’Aned che, arricchendoli con didascalie e notizie, ne ha ricavato una mostra composta da 54 pannelli di formati diversi, orizzontali e verticali, stampati su cartoncino che, con il patrocinio del Comune di Bolzano, designata quest’anno città della Memoria, l’ha inaugurata l’11 gennaio nella città.