L’analisi di dinamiche che sembrano molto lontane da noi, ma che in realtà hanno un’incidenza concreta sulla nostra vita quotidiana è stato al centro della seconda conferenza del ciclo di incontri “La fine della Globalizzazione? Dialoghi sul mondo che cambia”. I cinque appuntamenti previsti sono stati organizzati dal Center for european studies dell’università di Verona, in collaborazione con la Fondazione Zanotto.
“Gli Stati Uniti da Trump a Biden: un attore (nuovamente) globale?” è il titolo dell’evento che si è svolto giovedì 16 marzo, nella sala convegni del banco BPM. Il quesito che ci si pone è quindi se gli Stati Uniti siano tornati ad essere un attore globale. “Quello che cercheremo di capire grazie ai nostri ospiti”, ha spiegato Giovanni Bernardini, moderatore dell’incontro e ricercatore di Storia contemporanea del dipartimento di Culture e civiltà dell’ateneo veronese, “è se il cambiamento di leadership da Trump a Biden ha mutato il ruolo degli Stati Uniti nel mondo. Approfondiremo anche il significato dell’impegno a lungo periodo di questa nazione nella guerra in Ucraina e cercheremo di prevedere, per quanto possibile, cosa succederà nelle prossime elezioni presidenziali con il probabile ritorno in campo di Trump”.
I relatori che si sono alternati nel dibattito sono stati Mario Del Pero, docente di International History all’Institut d’Etudes Politiques di Parigi, e il giornalista freelance Martino Mazzonis, che ha seguito e osservato la nascita del primo movimento della destra radicale statunitense che ha supportato l’ascesa di Trump.
“Gli Stati Uniti sono sempre rimasti un attore globale”, questa è la risposta data da Mario del Pero alla domanda posta nel titolo della conferenza. “Sono forse l’unico attore che ha una tale influenza, ma al suo interno vi sono tante fragilità e contraddizioni dovute alla crisi politico-istituzionale interna che ne indebolisce la capacità di proiettare in modo coerente la propria superiorità”.
Il ciclo di incontri proseguirà con altri tre appuntamenti fino alla fine di maggio che affronteranno dibattiti sul futuro dell’Unione Europea, sulla crisi politica ed economica attuale e sulle sorti della guerra in Ucraina.