“Misura bene e controlla la tua pressione per vivere più a lungo” è lo slogan ideato della Società italiana dell’ipertensione arteriosa, Siia, in occasione della giornata mondiale per la lotta all’ipertensione arteriosa che si è tenuta lo scorso 17 maggio. In Italia, l’ipertensione arteriosa rappresenta la più importante causa di malattie cardiovascolari, lo scompenso cardiaco e aritmie come la fibrillazione atriale, e contribuisce allo sviluppo di insufficienza renale cronica.
A Verona sono attivi due centri per l’ipertensione certificati Siia all’interno della Azienda ospedaliera universitaria integrata, quello di Medicina Generale C, sotto la direzione di Pietro Minuz e Cristiano Fava, che è anche centro di eccellenza europeo e quello della Geriatria B, sotto la direzione di Mauro Zamboni e Francesco Fantin. I due centri specialistici si sono fatti promotori delle iniziative locali di sensibilizzazione della popolazione circa l’importanza della prevenzione e della cura dell’ipertensione arteriosa.
“I dati più recenti spiega Pietro Minuz, docente di Medicina interna all’università di Verona – confermano che più del 30% della popolazione veronese adulta è affetta da ipertensione arteriosa, con percentuali superiori nelle fasce più avanzate di età. La prevalenza di ipertensione arteriosa è inoltre in aumento tra bambini, adolescenti e giovani e pari a circa il 10%. Un altro problema rilevante è che, come indicato dai dati del rapporto Osmed del Ministero della Salute, l’aderenza al trattamento farmacologico e persistenza in terapia antipertensiva è inferiore ai valori prescritti e questo, ovviamente, conduce a importanti ripercussioni sul controllo pressorio, a importanti conseguenza per la salute dei pazienti e un peso maggiore sulla spesa sanitaria”.
I dati sono frutto di un’indagine condotta sulla popolazione veronese adulta e realizzata grazie la collaborazione di 150 medici di medicina generale insieme al medico Giulio Rigon e colleghe e colleghi del centro studi FIMMG. Da questa è, inoltre, emerso che circa il 19% ha una diagnosi confermata di ipertensione arteriosa.