Il 27 ottobre, l’università di Verona con il patrocinio dell’Ordine degli avvocati e del Comune di Verona ha organizzato il convegno “Giustizia sportiva e giustizia penale a partire dal caso Alex Schwazer”, tenutosi nell’aula magna del dipartimento di Scienze giuridiche.
Il centro del dibattito è stato il caso del marciatore e campione olimpico altoatesino, Alex Schwazer, per fare luce sugli aspetti e sulle differenze fondamentali tra illeciti sportivi e reati penali. L’evento è stato suddiviso in due sessioni rispettivamente coordinate da Federico Schena, delegato del Magnifico Rettore alla Didattica e allo Sport, e Cristiana Ciurli, membro del Consiglio dell’ordine degli avvocati. Presenti anche l’allenatore di Schwazer, Sandro Donati, l’avvocato difensore nel processo penale Gerhard Brandstätter, il sindaco di Verona Damiano Tommasi e relatori di altissimo profilo per parlare di antidoping e giustizia sportiva.
“Il tema che oggi trattiamo ha due risvolti attuali, il primo più tecnico, procedurale e giuridico che riguarda la relazione tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria”, ha spiegato Schena, “il secondo più educativo e formativo che rappresenta la cultura corretta dello sport in cui non sono ammesse le scorciatoie del doping.”
“Sono stata davvero onorata di aver ospitato nella sede del dipartimento di Scienze giuridiche un’iniziativa scientifica originale e di grande attualità, che si è proposta di analizzare i complessi rapporti tra giustizia sportiva e penale prendendo spunto dalla nota vicenda del campione olimpico di marcia Alex Schwazer“, ha sottolineato Elisa Lorenzetto, docente di Diritto processuale penale e organizzatrice dell’incontro, “tra le due sessioni, infatti, c’è stato spazio per una discussione, alla quale ha partecipato il maestro dello sport Sandro Donati, per indagare i profili che interessano gli atleti e la società tutta con riguardo al fenomeno del doping”.