Com’è lo stato di salute dell’ecosistema cittadino? Ci sono isole di calore e dove? E la superficie fogliata è sufficiente? Senza queste risposte non è possibile programmare interventi che vadano concretamente a beneficio dell’ecosistema urbano, una vera infrastruttura verde che deve essere pianificata al pari delle altre.
Da qui il progetto èVRgreen, promosso dall’ateneo di Verona, finanziato da Fondazione Cariverona e che vede insieme università, Comune di Verona e università di Padova per mappare una serie di indicatori che, una volta elaborati, forniranno una fotografia sulla situazione dell’ecosistema cittadino e che permettano di evidenziare le principali criticità. La mappatura diventa così uno strumento fondamentale per l’amministrazione, chiamata a mettere in campo strategie ed interventi sul fronte ambientale. Il progetto è stato presentato mercoledì 6 dicembre, in sala Arazzi del Comune di Verona, dall’assessore comunale all’ambiente, Tommaso Ferrari, Riccardo Greco del dipartimento di Biotecnologie dell’università di Verona, e Catherine Dezio del dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali dell’università di Padova.
Sarà un anno di lavoro e di iniziative che vedrà la collaborazione delle numerose associazioni del territorio già in prima linea sulla tutela e valorizzazione dell’ambiente e a cui anche la cittadinanza sarà chiamata a partecipare.
Il Progetto. L’obiettivo principale di questo programma, che vede come referente per l’ateneo di Verona Linda Avesani, docente di Genetica agraria, è l’identificazione di nuove aree, sia pubbliche che private, che potranno essere destinate alla creazione di spazi verdi, con particolare attenzione alle zone più colpite dall’effetto “isola di calore”, nonché con una peggiore qualità dell’aria. Ciò che rende questo progetto unico è l’inclusione attiva dei cittadini nel processo decisionale. La progettazione avverrà attraverso una pianificazione urbana condivisa, facilitata dal coinvolgimento capillare della cittadinanza grazie all’aiuto delle Associazioni coinvolte. Questa strategia aprirà le porte alla gestione partecipata della comunità, aumentando la coesione e favorendo un diffuso sviluppo sostenibile dell’ambiente urbano.
Il coinvolgimento, da parte dell’ateneo scaligero e del Comune, dell’università di Padova, di Amia, di Arpav e di numerose associazioni cittadine sottolinea l’importanza della collaborazione tra istituzioni accademiche, enti pubblici e organizzazioni della società civile per affrontare le sfide ambientali in modo integrato e con soluzioni innovative.
Il team dell’università di Verona è composta dalle coordinatrici Linda Avesani, docente di Genetica agraria, e Flavia Guzzo, docente di Botanica, e da Matteo Dainese, ricercatore in Ecologia, Alessandro Marcon, ricercatore in Epidemiologia e Statistica medica, Federico Leoni, docente di Filosofia morale, Silvia Pogliaghi, docente di Fisiologia, e Matteo Nicolini, referente del Rettore per la Sostenibilità.
“Un passo cruciale verso una Verona più verde, sostenibile e adattabile ai cambiamenti climatici- afferma l’assessore all’Ambiente Tommaso Ferrai- Si contribuisce così alla creazione di un ambiente urbano migliore per le generazioni presenti e future. Lo facciamo mettendo insieme esperienze e competenze che ci daranno le informazioni su cui decidere come intervenire e con quali strategie. Crediamo sia nella trasversalità del progetto così come nella necessità che sia il più partecipato possibile”.
Questo ambizioso progetto, con l’università di Verona come capofila, mira a definire un piano dettagliato per la forestazione della città di Verona, finalizzato a fornire nuovi servizi ecosistemici che aumentino vivibilità, coesione sociale, resilienza e resistenza della città ai cambiamenti climatici.
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