Fare ricerca è una delle missioni delle università, insieme alla didattica e alla valorizzazione della conoscenza (quella terza missione di cui si parla spesso). Divulgare la ricerca e renderla accessibile a pubblici diversi, di non addetti ai lavori, è la nostra missione.
Di noi giornaliste e giornalisti che prestiamo servizio nelle accademie italiane e che sentiamo la grande responsabilità di dover fare da ‘traduttori’. Sì, perché il linguaggio della ricerca scientifica è un linguaggio talvolta ostile al pubblico cosiddetto generalista, che è uno dei più importanti portatori di interesse per chi comunica, come noi, nel mondo universitario.
Parlando di noi professionisti dell’informazione e della divulgazione scientifica sentiamo di avere, sempre di più negli ultimi anni, un ruolo strategico che ci pone nel mezzo del sistema della ricerca: stiamo tra chi fa ricerca e chi di questi risultati vuole conoscerne gli aspetti più utili per la vita di tutti i giorni e per la società ampiamente intesa. Sta a noi, dunque, veicolare ciò che i nostri e le nostre docenti ‘producono’ nelle segrete stanze e laboratori e rendere questi luoghi e chi vi ci dedica la vita professionale sempre più vicini alla comunità, alla società appunto.
La legge fondante la nostra professione giornalistica, che ha da poco compiuto 60 anni (1963-2023) pone, nell’articolo 2, come “obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede” ed è con queste parole bene impresse nella mente che lavoriamo quotidianamente per assolvere al meglio il nostro ruolo di mediatrici e traduttrici in un contesto, come quello degli atenei pubblici, in cui la verità viene indagata in ogni sua forma e con tutti gli strumenti a disposizione della conoscenza, della scienza e del sapere.
Con le continue mutazioni del mondo dell’informazione digitale, che troppo spesso corre e rincorre sensazionalismi e pettegolezzi, abbiamo il lusso di aver potuto con calma rivedere il nostro principale strumento di informazione e divulgazione esterna, ovvero il nostro UnivrMagazine. E oggi possiamo presentarvelo in una rinnovata veste grafica con alcune novità rispetto a rubriche e contenuti.
Il nuovo vestito risponde alla esigenza di essere un punto di vista innovativo della divulgazione delle nostre ricerche e di ciò che accade dentro la nostra università per aprirci anche verso un territorio, quello cittadino e limitrofo, che con noi progetta e vive la ricerca, la didattica e la valorizzazione del sapere in una sempre maggiore ottica di coinvolgimento pubblico (quel public engagement di cui si sente tanto parlare e al quale quotidianamente cerchiamo, con eventi e progetti aperti al pubblico, di assolvere al meglio). Non dimenticandoci mai di rafforzare il nostro essere fonte autorevole e costantemente aggiornata non solo verso l’esterno, i colleghi giornalisti dei media locali e nazionali, ma anche verso le comunità interne come studenti, studentesse, personale tecnico amministrativo e tutto il corpo docente.
Per cercare di rispondere a tutte le esigenze informative ed essere un “luogo informativo” e non solo un medium, un mezzo, abbiamo scelto di offrire informazioni divise in 4 rubriche principali: attualità, ricerca, dai dipartimenti e Verona città universitaria.
Tra le novità anche una sezione Opinioni dove potremo leggere editoriali a firma direttamente dei nostri docenti e una sezione Video riservata ai servizi giornalistici in linea con le ultime tendenze del mobile journalism. Spazio anche alle campagne di sensibilizzazione di Ateneo su temi strategici come il rispetto, la violenza di genere, la sostenibilità ambientale e sociale, solo per citarne alcune.
Non dimentichiamo, infine, la web radio di ateneo – Fuori Aula Network che realizzerà format radiofonici, podcast, di informazione per dare voce alla comunità studentesca soprattutto ma anche al corpo docente. Le notizie saranno sempre rilanciate sui nostri social, imprescindibili per una informazione ampia e democratica.
Buona lettura!
Tiziana Cavallo
Direttrice responsabile