Qual è lo stato di salute delle aziende di Verona e provincia? Anche quest’anno, come ogni anno, il dipartimento di Management dell’università di Verona ha analizzato i bilanci delle più grandi società di capitali veronesi.
Riportiamo, di seguito, l’analisi di Bettina Campedelli, docente di Economia aziendale e coordinatrice del rapporto realizzato in collaborazione con il Gruppo Athesis e PwC.
“Le Top 500 sono le più grandi società di capitali iscritte al Registro Imprese di Verona, con riferimento al giro d’affari del 2022. Si tratta di imprese che hanno tutte oltre 21 milioni di giro d’affari. Le top500 rappresentano numericamente il 3,16% dei 15.826 bilanci di esercizio disponibili nel database per Verona, ma l’incidenza in termini di fatturato complessivo è del 77%.
Il giro d’affari complessivamente prodotto (in termini di ricavi delle vendite e delle prestazioni, nonché altri ricavi – contributi in conto esercizio esclusi) dalle 500 società di capitali nel 2022 è stato pari a circa 74,34 miliardi di euro, in aumento del 17,58%. La crescita del fatturato ha riguardato 433 aziende, ovvero l’86,6%. Nello scorso inserto la crescita del fatturato era paragonabile (+17,66% nel 2021), e la diffusione della crescita ancora maggiore (89%).
Nel complesso dei 15.826 bilanci disponibili su Verona, le aziende in crescita pari o superiore a zero sono il 63,57% (10.060), con una frequenza pertanto inferiore a quella delle top500. La crescita media registrata dalle 15.826 aziende è di poco inferiore a quella delle top500, pari al 16,71%. Nello scorso inserto il complesso di aziende veronesi aveva registrato una crescita del 17,71% (riferita al 2021).
Ritornando all’analisi delle top 500 ed entrando nel merito dei margini economici, si evidenzia un aumento dell’EBITDA (acronimo inglese per Earnings Before Interests Taxes Depreciation and Amortization) medio più intenso di quello del fatturato (+21,9%); se si osserva il reddito operativo (EBIT) l’aumento è stato del 26,51%, mentre un po’ più contenuta è la crescita del reddito netto, pari al 21,85%. Tutte queste variazioni molto positive seguono ad un 2021 in cui si erano registrate crescite addirittura superiori. Anche il complesso di 15.826 aziende veronesi presenta margini in crescita nel 2022.
Nelle top 500, la crescita dei margini più intensa di quella del fatturato (e del capitale) fa aumentare gli indici di redditività: l’EBITDA/fatturato passa da 6,27 a 6,5%; il ROA cresce da 4,96% a 5,65%; il ROS passa da 3,78% a 4,07%. La redditività netta (ROE) guadagna un punto percentuale, da 9,40% a 10,43%.
Sul fronte degli investimenti, il totale attivo 2022 delle top500 risulta pari a circa 53,60 miliardi di euro, e registra una crescita a due cifre, dell’11,15 % sul 2021. Nel precedente inserto la crescita del totale attivo era stata del tutto paragonabile (+10,92%).
Dal lato delle fonti di copertura finanziaria si osserva come anche il patrimonio netto delle top 500 abbia avuto un andamento positivo nel 2022: risulta infatti cresciuto del 9,72%, raggiungendo un valore cumulato di 22,56 miliardi. La posizione finanziaria netta (debiti finanziari meno liquidità) ammonta in totale a 4,26 miliardi, in crescita del 10,35%; si osservi però che i soli debiti finanziari risultano ridursi lievemente nel 2022 (-0,77%); pertanto l’aumento della posizione finanziaria è da attribuire ad una riduzione della liquidità nel corso del 2022. Grazie alla crescita del patrimonio netto l’indice debt/equity migliora, passando da 0,40 a 0,36.
Nonostante la riduzione dei debiti finanziari, il livello elevato dei tassi di interesse impatta molto negativamente nei conti economici: gli oneri finanziari delle top500 hanno subito una crescita molto rilevante nel 2022 (+37,05%), dopo un calo più contenuto registrato nel 2021; nonostante la crescita del giro d’affari la loro incidenza (Of/fatturato) risulta cresciuta nel corso del 2022 da 0,36% a 0,42%.
La crescita dell’EBITDA accompagnato dalla debole riduzione dei debiti finanziari determina un miglioramento del rapporto Debt/EBITDA che passa da 2,06 a 1,67; tuttavia, poiché la crescita dell’EBITDA è minore degli oneri finanziari, peggiora la copertura di questi ultimi: l’indice EBITDA/Of scende infatti da 17,29 a 15,37”.
Sara Mauroner