Rafforzare la capacità delle università di identificare e rispondere in modo coordinato alle molestie sessuali online e sul posto di lavoro, con attenzione particolare ai gruppi e soggetti più vulnerabili. È questo, in sintesi, il messaggio emerso mercoledì 27 marzo al Polo Santa Marta durante il seminario dedicato a Uni4Equity, il progetto europeo iniziato circa un anno fa, a cui l’università di Verona aderisce per contrastare le molestie sessuali nel contesto accademico e promuovere l’uguaglianza di genere nelle università. L’evento era inserito nel programma della manifestazione per l’8 marzo “La città delle donne” promossa dagli assessorati Parità di genere e Pari opportunità del Comune di Verona.
Nel corso dell’incontro sono intervenuti la presidente del Comitato unico di Garanzia dell’ateneo Michela Nosè, i docenti di Medicina del lavoro Stefano Porru e Angela Carta, la docente di Psicologia clinica Lidia Del Piccolo e il docente di Psichiatria Antonio Lasalvia.
Durante l’evento, è stato presentato il progetto Uni4Equity ed i suoi primi risultati. In particolare, si è parlato dello stato dell’arte e dei protocolli operativi all’interno dell’ateneo scaligero, degli aspetti psicologici e dell’impatto sulla salute mentale delle molestie sessuali, con riferimento sia alle vittime, sia ai testimoni, sia ai perpetratori delle molestie sessuali. L’iniziativa è stata approvata dal comitato etico dell’università di Alicante, capofila del progetto europeo, e dal comitato di approvazione della ricerca sulla persona dell’università di Verona.
“L’obiettivo è quello di fare emergere situazioni di disagio e rilevare le molestie più difficilmente decifrabili”, ha commentato Nosè. “Le molestie, infatti, non sono rappresentate solo da atti o parole, ma possono essere molto più subdole soprattutto nelle situzioni in cui la vittima è convinta di non aver voce in capitolo. Uni4Equity sarà un’opportunità per agire e trovare dei percorsi strutturati per combattere tali fenomeni.”
“Il progetto mira a combattere il fenomeno delle molestie sessuali all’interno del contesto universitario e accademico. Le università che hanno aderito al progetto sono sei, quella di Verona è l’unica italiana”, ha aggiunto Porru, responsabile scientifico del progetto per l’ateneo. “L’ateneo contribuisce con un’equipe multidisciplinare afferente alle aree Medicina del Lavoro, Psicologia, Psichiatria e unità responsabili delle politiche di equità, equilibrio di genere, etica e comunicazione. Attraverso le interviste effettuate a vari selezionati portatori di interesse, la revisione dei protocolli interni, la predisposizione di appositi accordi istituzionali con il forte impulso del Magnifico Rettore, la raccolta appena terminata dei questionari indirizzati all’intera comunità universitaria, stiamo monitorando la situazione complessiva ed ora siamo in grado di programmare strategie di prevenzione primaria, secondaria e terziaria più mirate. E’ forte mandato del nostro progetto mettere a sistema e più in rete le attuali risorse dell’ateneo, predisporre gli strumenti formativi ed operativi e verificare l’efficacia degli interventi che verranno messi in atto. Ciò in accordo con il mandato del progetto europeo, eccellente occasione per contrastare in tutti i modi il fenomeno negativo delle moleste sessuali in ambito universitario.