Due vicini di cella, due figli di falegnami, due che si affidano a entità miracolose. Sono Gesù e Pinocchio, personaggi in apparenza così distanti, cosa mai potrebbero raccontarsi? Ce lo ha mostrato Gigio Brunello nel suo spettacolo “La ballata dei beati perseguitati. Teatro di parola, musica e burattini”, tenutosi al Polo Santa Marta, all’interno di Veronetta Contemporanea festival, manifestazione promossa dall’università di Verona, insieme all’Accademia Filarmonica e al Comune di Verona, con il contributo dell’Esu e in collaborazione con Agsm-Aim.
Lo spettacolo si è tenuto martedì 4 giugno, nella corte ovest del Polo Santa Marta, a portare i saluti introduttivi è stato Nicola Pasqualicchio, direttore artistico del festival. L’esibizione ha unito più pratiche delle discipline dello spettacolo, a partire dal momento musicale di apertura. Il trio composto da Rosa Brunello, al contrabbasso, Luca Tapino, al trombone, ed Enrico Terragnoli, alle chitarre, ha rapito il cuore del pubblico, strappando un applauso fragoroso.
Poi, è stato il turno del teatro, in cui Gigio Brunello ha proposto una specialità del teatro di figura, ovvero il teatro di burattini. Abbiamo avuto modo di scambiare alcune parole col drammaturgo, il quale ci ha raccontato: “Gli spettacoli che faccio io, in genere, non sono per bambini”, ha spiegato Brunello, “ma è interessante confrontarmi con i giovani”.
Lo spettacolo si è svolto dentro a una gabbia sullo sfondo della corte ovest. Dai toni ironici e profondi, il dialogo tra i due personaggi si è rivelato tanto irriverente quanto brillante. Il pubblico ha riso ed è rimasto in silenzio assoluto nei momenti in cui si sono toccati temi come l’amore e la libertà. Gigio Brunello ha lavorato su più dimensioni: “Ho messo insieme un personaggio storico, ma anche molto più che storico, Gesù, raccontato dal Vangelo, e un personaggio immaginario, cioè della letteratura, che è inventato da uno scrittore, ed è Pinocchio”.
Un personaggio storico e uno inventato hanno prodotto un ponte con la contemporaneità, filone conduttore del festival. trattando temi quali il senso di abbandono, la speranza e la libertà. I due personaggi non potevano vedersi da una cella all’altra e questo ha garantito un effetto di equivoci divertenti che hanno appassionato il pubblico. Verso il finale, Gigio Brunello ci ha sorpreso, intonando una canzone che ha incantato il pubblico. L’unione di musica e parola ha completato e soddisfatto il titolo di questo spettacolo.
Il punto di partenza del drammaturgo “prendere un punto di vista che nessuno immagina, un punto di osservazione mai centrale, sempre ambiguo e il più possibile paradossale” è stato raggiunto con successo, chiudendo la performance con una lunga serie di applausi che hanno omaggiato tanto i musicisti quando Gigio Brunello.
Come primo spettacolo teatrale del ricco programma di Veronetta Contemporanea festival , che proseguirà fino al 15 giugno, è stato un meraviglioso debutto.