Rudolf Nureyev è stato un ballerino e coreografo dalla personalità carismatica e unica che ha lasciato il segno su ogni palco su cui si è esibito, tra cui quello dell’Arena di Verona e del Teatro filarmonico di Verona. “La morte a Venezia”, ispirato alla novella “Der Tod in Venedig” di Thomas Mann, è il celebre balletto portato in scena da Nureyev sui palchi veronesi, a dimostrazione della forte relazione artistica che la città scaligera ha da sempre instaurato con i maggiori esponenti delle arti e dello spettacolo.
E proprio a Verona, dal 27 al 29 giugno, nell’aula T1 del polo Zanotto, si è tenuto il convegno internazionale “Rudolf Nureyev e la letteratura: danza, coreografia e ricezione”, per analizzare la sua relazione con la letteratura e come ha influenzato e ispirato la sua arte.
Il convegno, organizzato da Laura Colombo, docente di Letteratura francese dell’università di Verona, e Sidia Fiorato, docente di Letteratura inglese dell’università di Verona, ha visto la partecipazione di giovani ricercatori e ricercatrici e di importanti studiose e studiosi per indagare il rapporto tra letteratura e danza. All’incontro, inoltre, hanno partecipato numerosi esperti appartenenti a istituzioni prestigiose provenienti da Italia, Francia, Germania, Ungheria e Stati Uniti d’America, tra cui Jérôme Fronty della Bibliothèque nationale de France.
Obiettivo del convegno è stato indagare la relazione di Nureyev con i testi letterari, fonte primaria degli argomenti di molti balletti, e di come questo suo rapporto con la letteratura si manifesti nella sua ‘scrittura’ a livello di pensiero del movimento, della tecnica e della performance, e di consapevolezza della realizzazione coreografica, anche per quanto riguarda lo sviluppo delle sue concezioni nel tempo. Si è proposto di andare oltre le straordinarie doti di danzatore e il fascino ipnotico che Nureyev dimostrava sulle scene, da sempre oggetto di innumerevoli commenti, e di approfondire degli aspetti spesso meno noti, quali l’importanza dell’aspetto letterario nella sua opera.
“Si è trattato di una preziosa occasione per coniugare i nostri studi letterari alla danza, – ha sottolineato Laura Colombo – in una relazione intersemiotica e interdisciplinare che ha riunito i nostri studenti a degli specialisti internazionali, ma che ha interessato anche un pubblico più vasto, affascinato tanto dalla magia dello spettacolo coreutico quanto dalla riscoperta e dall’approfondimento, secondo un taglio particolare, di testi famosissimi, tra cui naturalmente “Romeo e Giulietta”.
Elisa Innocenti