Nuovo e prestigioso riconoscimento per la ricerca in ambito medico dell’università di Verona. Di recente è stata è stata pubblicata la lista degli “Highly Cited Researchers” per l’anno corrente che identifica le ricercatrici e i ricercatori più citati al mondo. Tra questi sono presenti 4 ricercatrici e ricercatori del’ateneo scaligero.
Confermati anche nel 2024 Corrado Barbui docente di Psichiatria e direttore del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento, Giuseppe Lippi docente di Biochimica clinica afferente al dipartimento di Ingegneria per la medicina di innovazione e attuale preside della facoltà di Medicina, Giovanni Targher docente di Endocrinologia del dipartimento di Medicina. Nuovo ingresso invece per Marianna Purgato docente di Psichiatria nel dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento che entra per la prima volta nella classifica.
La lista viene stilata ogni anno da Clarivate™, una delle società più accreditate nel fornire servizi basati sull’analisi di dati e informazioni relative alla ricerca scientifica e accademica. Un importante risultato che certifica la qualità della produzione scientifica dell’università di Verona in ambito internazionale.
“Questo riconoscimento è particolarmente significativo perché testimonia l’eccellenza della ricerca in salute mentale nel nostro ateneo, mirata sia al miglioramento delle cure che alla prevenzione del disagio psicologico. – commenta Barbui – È motivo di orgoglio sottolineare che due dei quattro docenti del nostro ateneo più citati al mondo in ambito medico lavorano presso il Centro Oms di ricerca in salute mentale dell’università scaligera. Questo dato evidenzia l’esistenza a Verona di una scuola di ricerca in salute mentale di altissimo livello, capace di formare nuovi ricercatori in un contesto che favorisce autonomia e collaborazioni con i migliori gruppi di ricerca a livello internazionale. A questa soddisfazione si unisce un forte senso di responsabilità: essere all’altezza delle sfide globali in salute mentale ci impone di continuare a migliorare, con l’obiettivo di rispondere al meglio all’impatto profondo che i problemi di salute mentale hanno sulla società”.
“Sono orgoglioso di questo risultato, poiché testimonia che la mia attività di ricerca continua a contribuire concretamente alla crescita della comunità scientifica – spiega Lippi – Questo valore è particolarmente significativo in un ambito come la medicina di laboratorio, dove la pubblicazione di ricerche di alto livello è più complessa rispetto ad altre discipline. Desidero condividere questa gioia con i miei collaboratori, il cui supporto è stato fondamentale, e con la mia famiglia, che ha saputo sopportare con pazienza i tanti momenti dedicati alla ricerca, spesso sottratti al tempo libero.”
“È con soddisfazione che apprendo di essere stato incluso anche quest’anno e per il terzo anno consecutivo, in questa prestigiosa lista internazionale che identifica i ricercatori più influenti al mondo in base alle loro pubblicazioni scientifiche. Ciò significa che la linea di ricerca che sto perseguendo con il mio gruppo di ricerca ormai da quasi 25 anni, solleva un particolare e sempre più crescente interesse a livello internazionale. In questa occasione, voglio ringraziare tutti i collaboratori del mio gruppo di ricerca e la governance del nostro ateneo per avermi messo in condizione di raggiungere tale prestigioso traguardo oltre che l’amministrazione dell’Irccs Ospedale Sacro Cuore – Don Calabria di Negrar dove sto attualmente proseguendo con ottimi risultati la mia attività di ricerca scientifica”, dichiara Targher.
“Questo traguardo rappresenta per me un’importante tappa personale e professionale, che evidenzia un impatto significativo del lavoro di ricerca sulla promozione della salute mentale e prevenzione del disagio psicologico nelle popolazioni vulnerabili. – sostiene Purgato – È una tappa resa possibile grazie alla fiducia e alla visione che il Centro Omse l’ateneo hanno dimostrato, offrendomi l’opportunità di sviluppare i miei interessi di ricerca in un ambiente scientificamente ricco, in cui ho potuto creare un gruppo di ricerca fortemente motivato, coeso e internazionale.”
Sara Mauroner