La città di Verona guadagna il settimo posto nella classifica della 26esima edizione dell’indagine “Qualità della vita”, redatta da Italia Oggi e Ital Communication, in collaborazione con l’università La Sapienza di Roma. I dati pubblicati il 17 novembre si riferiscono al 2024 e hanno coinvolto 107 province italiane. Verona ha visto uno scarto in positivo di nove posizioni rispetto al 2023 e rientra, dunque, nelle migliori dieci province italiane per qualità della vita, con un punteggio totale di 869 su 1000.
Nell’analisi sono stati presi in considerazione 92 indicatori, suddivisi in nove macro-categorie: “Affari e lavoro”, “Ambiente”, “Istruzione”, “Popolazione”, “Reati e sicurezza”, “Reddito e ricchezza”, “Salute”, “Sicurezza sociale” e “Turismo e cultura”. Alla provincia viene assegnato un punteggio da zero a mille e, a seconda del loro risultato, vengono poi divise in quattro gruppi: “Buona”, “Accettabile”, “Discreta”, “Insufficiente”. Quest’anno la qualità della vita in Italia è risultata buona o accettabile in 62 province su 107. Due sono le categorie in cui Verona mostra un’evoluzione: “Turismo e cultura” e “Affari e lavoro” collocandosi rispettivamente al quinto e terzo posto.
La Redazione di Univrmagazine ha intervistato sull’argomento Sergio Cecchi, ricercatore di Sociologia generale del dipartimento di Scienze umane Univr
Qual è la sua generale opinione sulla fotografia che emerge della qualità della vita nelle città italiane?
I dati confermano alcuni preoccupanti divari strutturali presente nel nostro paese. Per esempio, si conferma una ampia differenza tra nord e sud Italia relativamente ai tassi di popolazione disoccupata/inattiva, anche tra i giovani con una scolarità media o elevata. Di conseguenza, tutto ciò si rilette poi su significative differenze anche in termini di reddito disponibile per la popolazione. Ma i dati ci riportano il disegno di un paese che globalmente mostra chiari segni di una diffusa sofferenza legata al costante declino demografico ed all’invecchiamento della popolazione, fenomeni che colpiscono tutte le province indagate e che il saldo immigratorio non riesce a compensare. Inoltre, emerge anche l’allarmante situazione del sistema sanitario italiano con gli indicatori che mostrano come, da nord a sud, in quasi tutte le province italiane la qualità della nostra sanità appaia estremamente problematica. Dentro a tale quadro generale troviamo poi la conferma che anche in Italia, come nel resto delle grandi società moderne, si stanno solidificando delle polarizzazioni tra città e provincia, con le prime che si dimostrano spazi economicamente e culturalmente più dinamici, anche se poi nelle grandi città ci sono più reati denunciati e maggiori problemi economici da affrontare per gli abitanti.
Qual è la situazione di Verona?
Verona emerge come una delle province italiane in cui esistono le condizioni per una più elevata qualità di vita. Soprattutto per quanto riguarda il reddito e la ricchezza disponibili, i livelli di istruzione, la dinamicità degli affari e del mercato del lavoro, ma anche per cultura, turismo e sicurezza sociale, Verona e la sua provincia si collocano sempre tra i primi posti della classifica nazionale. Va anche sottolineato come la provincia di Verona, che ha un mercato del lavoro dinamico, attira popolazione immigrata da aree dove il declino demografico e l’invecchiamento della popolazione sono meno acuti rispetto ad altre aree del nostro Paese. Si confermano, invece, i problemi legati alle questioni ambientali e al numero di reati denunciati, soprattutto contro il patrimonio: fenomeni tipici di un’area fortemente industrializzata e urbanizzata. In aggiunta, anche la popolazione veronese si trova ad affrontare la difficile situazione dei nostri sistemi sanitari. In sintesi, il quadro complessivo che sembra emergere è di una comunità provinciale in buona salute, dinamica economicamente e culturalmente, con una popolazione mediamente istruita e che deve far fronte ad alcuni problemi strutturali, quali inquinamento, sanità, protezione dalla piccola criminalità, che solo politiche a livello nazionale e regionale potrebbero correggere nel corso del tempo.
Quali sono secondo lei gli aspetti su cui è possibile migliorare?
I dati dimostrano che esistono le condizioni, sia a livello nazionale che in quello regionale e provinciale, per poter esercitare una buona qualità della vita. Naturalmente, nella popolazione esistono forti differenze in termini di disuguaglianze di opportunità e di risorse a disposizione che andrebbero ridotte con scelte politiche chiare. Ad esempio, il fatto che gli indicatori relativi alla salute si collochino circa alla metà del punteggio massimo dimostra che c’è molto spazio per intervenire e per migliorare un settore che è strategico per la tutela della salute dei cittadini, ma anche per evitare loro di doversi pagare di tasca propria prestazioni che dovrebbero essere garantite da un efficiente sistema sanitario pubblico. Inoltre è assolutamente urgente che la società italiana decida velocemente rispetto al proprio futuro demografico ed ambientale. Se non si inverte la tendenza attuale, in pochi decenni l’Italia perderà alcuni milioni di abitanti e diventerà sempre più una società composta soprattutto da anziani. Tutto ciò potrebbe avere un impatto devastante sul nostro sistema economico ma anche sulla tenuta del nostro welfare. La provincia di Verona è la dimostrazione che è possibile contrastare il declino demografico con una gestione intelligente dei flussi immigratori, che vanno poi a rafforzare il nostro sistema produttivo. Infine, dal punto di vista ambientale è urgente accelerare verso una transizione energetica libera dai combustibili fossili.
Sara Mauroner