Quale funzione assegnare alla Rocca, ma anche come arrivare al percorso di recupero compresa la ricerca di risorse finanziarie. È il principio sul quale è incardinata la convenzione siglata dal Comune di Nogarole Rocca e il laboratorio di ricerca Contamination Lab dell’Università di Verona.
Il protocollo è stato presentato giovedì 5 dicembre, nella sala Rossa della Provincia di Verona: erano presenti il sindaco di Nogarole Rocca, Luca Trentini, l’assessore al Patrimonio Matteo Padovani, il pro Rettore Diego Begalli e il professor Giorgio Mion. E prevede il lancio della sfida da parte del Contamination Lab: «La Rocca di Nogarole, tra passato e futuro».
Contamination Lab è indirizzato a studenti, laureandi, laureati, dottorandi e dottori e – mediante la definizione di sfide proposte di volta in volta dai partner esterni all’Ateneo – attiva percorsi formativi e di esperienze.
Nogarole Rocca, per parte sua, ha da sempre l’obiettivo di recuperare la Rocca dal punto di vista architettonico, ma anche di individuarne una nuova funzione che metta il sito storico al centro della vita della comunità e la valorizzi come patrimonio monumentale della pianura veronese, aprendola anche come possibile sede di attività economiche e di rappresentanza.
«La sfida lanciata da Clab – spiega l’assessore al Patrimonio Matteo Padovani – imposta degli obiettivi specifici da raggiungere per i partecipanti: individuare le attività da inserire all’interno della Rocca, come funzioni pubbliche e private, e le forme di finanziamento per attuare il progetto, prevedendo anche il supporto di aziende locali. Occorrerà anche indicare la forma di governance più opportuna per lo sviluppo del processo di recupero del complesso monumentale».
«Continua, attraverso il Contamination Lab, la collaborazione tra l’Università di Verona e le imprese e gli enti del territorio – ha affermato Diego Begalli prorettore e referente al Trasferimento della conoscenza e rapporti con il territorio dell’università di Verona. – I Contamination Lab sono un ottimo strumento che consente alle nostre studentesse e ai nostri studenti di acquisire competenze trasversali importanti per il loro inserimento nel mondo del lavoro. Grazie a questo nuovo progetto e alla nuova sinergia con il Comune di Nogarole Rocca, il nostro ateneo continua a investire su metodi innovativi di formazione per le nostre giovani e i nostri giovani che portano a risultati concreti anche all’interno di una istituzione territoriale con benefici per l’intera Comunità di riferimento».
Il Comune concorrerà al progetto con un investimento di 7.500 euro. La sfida partirà il 5 dicembre e i termini si chiuderanno il 24 gennaio 2025.
«L’accordo con l’Università è per noi un salto di qualità. Avremo al nostro fianco un ente pubblico nella procedura di ricerca di soluzioni anche con privati. Insieme con il medesimo obiettivo: il recupero della Rocca – spiega il sindaco Trentini -. La convenzione non si limita a valutazioni teoriche, ma si cercheranno soluzioni pratiche. Per un Comune piccolo come il nostro è davvero un’opportunità e siamo certi non sarà un mero esercizio accademico, ma un’occasione per restituire la Rocca a tutti».
Gioiello medievale, poi della famiglia Bevilacqua Lazise fino al 1878, la Rocca nel 1879 fu acquistata da Benedetto Barbieri. I discendenti ne rimasero in possesso fino al 1971, ovvero fino alla scomparsa dell’ultima erede della famiglia, Maria Barbieri, che la donò a sua volta all’amministrazione Provinciale di Verona, la quale istituì l’apposita Fondazione Barbieri per la gestione della donazione. Nei primi anni Duemila fu acquisita dall’Unione dei cinque Comuni Tartaro Tione, infine nel 2008 la rilevò Nogarole Rocca che nel 2010 bandì un concorso di idee sulla funzione da assegnarle. Allora vinse uno studio italo-portoghese che vedeva, come altri progetti, un futuro direzionale e ricettivo per la Rocca. Il percorso di valorizzazione e utilizzo della Rocca ha subito una frenata, legata soprattutto alle risorse finanziarie.