La crisi delle imprese si può vincere anche attraverso gli accordi di ristrutturazione del debito e i piani di risanamento. È questo il senso del convegno organizzato da Iapa l'associazione internazionale di commercialisti, e Università di Verona, in collaborazione con Unicredit e lo Studio Bonamini & Partners.
La situazione veronese. Procedimenti finanziari a cui si è ancora fatto poco ricorso nel Veronese “ma che possono essere una via alternativa per evitare momenti critici”, come ha sottolineato il presidente del Tribunale di Verona Gianfranco Gilardi, presente all’incontro. A dirlo sono i numeri: nei primi nove mesi dell'anno sono state 4milioni e 400mila le ore di cassa integrazione usate dalle imprese veronesi, meno della metà di quelle delle province di Vicenza, Treviso e Padova. L'export scaligero è calato complessivamente del 20% e le aziende che hanno cessato l'attività nel primo semestre sono state lo 0,3% (su 100mila iscritte). Di queste una settantina hanno fatto ricorso a procedure concorsuali o fallimentari. La difficoltà di accesso al credito si è tradotta in un incremento dei decreti ingiuntivi, aumentati quest’anno del 25%. E in questo quadro gli accordi di ristrutturazione del debito e il ricorso ai piani di risanamento stanno rappresentano un'opportunità per le imprese. Resta da capire tempi e modalità. Ad iniziare dal ruolo dei professionisti che eseguono questo genere di operazioni.
I punti di vista. “È importante che il tribunale torni ad essere l'arbitro della ristrutturazione”, ha aggiunto Gilardi, sollevando il conflitto legislativo in essere, in quanto “non c'è ancora completa chiarezza sulla scelta del professionista al quale affidare la procedura”. “Il ruolo del perito è fondamentale – ha risposto Massimiliano Bonamini dell’omonimo studio associato di Verona -. Per rilanciare l'impresa servono piani credibili, attestati solo su previsioni ragionevoli basate sulla storicità degli asset. Ed è importante anche il lavoro di squadra con l'advisor”. Il presidente della Camera di Commercio Alessandro Bianchi ha ribadito come, “in un difficile momento congiunturale, sia importante trovare strumenti di prevenzione per le imprese”. Tiziano Piemontesi, responsabile del nuovo team restructuring di Unicredit Corporate Banking, ha denunciato “la bassa capitalizzazione delle aziende” e “la facilità in passato da parte delle banche a concedere credito con poco rischio per gli imprenditori”. Tema rimarcato anche da Michele Rutigliano, professore dell'Università di Verona, che ha sollecitato soci e titolari d’azienda “a credere di più nelle proprie imprese aumentando i requisiti patrimoniali”. “In un momento come questo – ha concluso il professore – è necessario affidarsi a professionisti competenti, che sappiano assumersi le responsabilità previste per legge nella sottoscrizione dei piani”.