Gli incontri con l'autore in biblioteca Frinzi proseguono senza sosta. Protagonista del consueto appuntamento del mercoledì è “La Musa del traduttore: traduzioni ‘700esche dei tragici classici francesi” testo di Tobia Zanon, dottorato in Lingue e letterature dell’ateneo scaligero. Ne hanno analizzato le scelte operate Nadia Ebani, docente di Letteratura italiana alla facoltà di Lingue e Arnaldo Soldani, docente di Storia della lingua italiana alla facoltà di Lettere.
Le qualità del libro. “Rappresenta un contributo prezioso per le traduzioni settecentesche dei tragici classici francesi, che sono diffusissime, in tutto 319”. Così ha introdotto la presentazione del testo Nadia Ebani, che ha voluto sottolineare quanto viva sia l’esigenza di trasferire in Italia le opere francesi. “Zanon ha operato una scelta di tipo cronologico che va dal 1724 al 1780, arco di tempo che va dalla fine di una tradizione di traduzioni in prosa fino all’inizio della grande tragedia. Ha inoltre operato anche una scelta di precisi autori, tra i quali troviamo Corneille, Racine, Voltaire, Crébillon; per quanto riguarda i traduttori italiani i cognomi sono quelli di Baretti, Bettinelli, Cesarotti, Chiari, Da Ponte, Pindemonte, Rolli e dei fratelli Gozzi. L’autore – ha proseguito la docente – ha colto le ragioni interne di precise scelte traduttive. Questo dimostra una confidenza rara con i problemi legati all’approccio con le due letterature, italiana e francese. Problemi che prima di tutto riguardano la traduzione dall’italiano al francese, ad esempio nel trapiantare in Italia il dramma francese non disponendo del verso ‘alessandrino’, o uno corrispondente”. La docente ha in ultimo citato l’attenta e dettagliata analisi del testo operata dall’autore, della sintassi e della retorica. “E’ stato in grado di interrogare i testi, capacità che è sì frutto di grande pazienza ma esercitata col sostegno di passione, gusto, sensibilità estetica e curiosità per i fatti…e i fatti in letteratura sono le parole” ha concluso Nadia Ebani.
Alla ricerca di una grammatica dello stile. Arnaldo Soldani ha aperto l’ intervento sottolineando il proprio particolare piacere nel presentare il testo di Tobia Zanon col quale condivide la ‘scuola di appartenenza’, quella di Pier Vincenzo Mengaldo, docente di Storia della lingua italiana dell’università di Padova. “L’autore del libro ha dimostrato di appartenere a quella scuola di pensiero che procede nella direzione della nuova stilistica, che cerca di ricostruire la grammatica dello stile non tanto di un singolo autore, quanto di più autori che si muovono su un terreno comune. Questo libro infatti – ha proseguito Soldani – non si concentra su un solo traduttore o un’unica traduzione, è invece un corpus molto ampio alla ricerca di una grammatica dello stile che sia comune. E’ un approccio molto interessante, che io stesso condivido”.