La scomparsa del professor Sandro Ruffo è stata accolta con profondo rammarico anche dal mondo accademico cittadino. L’Università è consapevole del valore dell’apporto scientifico e dell’impegno appassionato che il professore ha speso nei lunghi e proficui anni della sua attività. La sua vita è stata spesa interamente per la Scienza. Nelle quiete stanze del Museo civico di Storia naturale che oggi lo accoglie per l’estremo saluto il professore dedicava le sue giornate allo studio, attento ad ogni accadimento e pronto a cogliere ogni segno dei giorni. La sua straordinaria longevità intellettuale è stata un dono, così come le doti umane che dimostrava con la sorridente disponibilità e con la benevolenza che gli erano congeniali.
Quando nel 2008 mi recai nel suo studio per comunicargli che l’Università aveva preso accordi con la direttrice del Museo Alessandra Aspes per organizzare un incontro pubblico con il professor Filippo Giorgi in occasione del’inaugurazione del 25° Anno accademico, ne fu molto felice. Si commosse quando gli annunciai che in quell’occasione il rettore gli avrebbe voluto consegnare la medaglia dell’Ateneo coniata in occasione dei festeggiamenti per l’importante anniversario. Ero anch’io emozionata. L’Università stava iniziando un nuovo percorso di maggior apertura nei confronti della comunità che avrebbe portato anche alla nascita di “Infinita…mente”, il festival della scienza al quale il Museo ha dato un valido contributo.
Ho avuto l’opportunità di frequentare la sezione di Preistoria del Museo negli anni degli studi universitari e ricordo quanto carismatica fosse per noi giovani la sua presenza. Quel giorno nel suo studio ho sentito che il professore era stato un maestro.
Un grande protagonista, un grande uomo. Non potremo dimenticare il suo esempio, né tradire la sua lezione. La Scienza è un tempio aperto a tutti coloro che vi si accostano con mente libera, disinteressato e costante impegno e rispetto.
Biografia. Lo scienziato veronese più importante dell’ultimo secolo, l’accademico dei Lincei. Sandro Ruffo avrebbe compiuto 95 anni in estate. Una vita intensamente vissuta e con piena lucidità sino all’ultimo istante. Grande naturalista, grandissimo studioso di animali Ruffo era nato a Soave il 26 agosto 1915. Ha dedicato tutta la vita professionale al Museo civico di Storia Naturale di Verona, dove è stato conservatore per la zoologia dal novembre 1945 fino al 1964 e successivamente direttore fino al 1980.
Nel 1952 divenne libero docente di Zoologia e dal 1958 al 1966 di Entomologia all’Università di Modena. Numerosissimi gli incarichi accademici. È stato più volte consigliere della Società entomologica italiana e dell’Unione zoologica italiana, e come responsabile di un gruppo di ricerca del Cnr ha coordinato la pubblicazione delle Guide per l’identificazione delle specie animali delle acque interne italiane, ben 29 volumi usciti tra il 1977 e il 1985. È stato socio dell’Accademia dei Lincei (unico veronese) e membro effettivo dell’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona, dell’Istituto veneto di scienze e lettere di Venezia e dell’Accademia nazionale di Entomologia di Firenze. Socio onorario di numerosissime accademie scientifiche italiane e internazionali, oltre che Medaglia d’oro dei benemeriti della cultura. È stato presidente del Comitato scientifico per la fauna italiana dal 1971 al 1990 e presidente del Comitato tecnico per la fauna presso il ministero dell’Ambiente dal 1989 al 1993, oltre che membro della Consulta tecnica per le aree naturali protette dello stesso ministero dal 1993 al 1995. Tanti i premi assegnati: dal «Cangrande» nel 1977, al «San Zeno» nel 1980, al Gambrinus del 1993 a Treviso. Autore di 270 pubblicazioni scientifiche, ha descritto 190 nuove varietà (la terminologia scientifica parla di taxa) di Antipodi (una famiglia, 30 generi, 159 specie), 17 nuovi taxa di coleotteri (10 specie e 7 sottospecie), tre nuovi taxa di altri animali (un genere, due specie): e ben 110 taxa di animali sono dedicati al suo nome.
Mfc