L'università di Verona in primo piano nella lotta contro l'autismo grazie alla nascita di Fondazione Itan, Italian autism network. Una nuova realtà per la ricerca sulla patologia realizzata grazie alla collaborazione tra il dipartimento di Scienze della Vita e della Riproduzione di ateneo e la Fondazione SmithKline. Obiettivo della fondazione è promuovere la ricerca attraverso il mantenimento e lo sviluppo di una banca dati clinici e di una biobanca, già attive a Verona, che rappresentano le raccolte di informazioni più ampie e complete sull'autismo a livello nazionale. Una patologia complessa, la definiscono gli esperti, per cause molteplici e ancora oggi sconosciute nonostante i progressi della ricerca.
Abbiamo chiesto a Bernardo Dalla Bernardina, ordinario di Neuropsichiatria infantile e direttore dell’unità operativa di Neuropsichiatria infantile dell’Azieda ospedaliera universitaria integrata e a Leonardo Zoccante, responsabile della diagnostica e del trattamento dei disturbi generalizzati dello sviluppo e del comportamento dell’unità operativa di Neuropsichiatria infantile dell’Aoui, di fare il punto sull'autismo, una patologia che secondo i dati presentati nel 2012 dall’Istituto Superiore di Sanità, colpisce oltre 10 bambini ogni 10 mila e la cui incidenza supera i 40 casi ogni 10 mila se si considerano tutti i disturbi dello spettro autistico. "L’autismo è un disturbo cronico caratterizzato da disturbi della comunicazione, dell’interazione sociale e da comportamenti ripetitivi e stereotipati. Questi sintomi possono manifestarsi in forma ed intensità variabile nei diversi soggetti. Alla base dell’autismo si riconosce un’eziologia multifattoriale nell’ambito della quale hanno importante ruolo i fattori genetici. Oggi la possibilità di sottoporre i soggetti autistici a valutazioni neuropsicologiche più approfondite rende possibile una migliore caratterizzazione clinica. Infatti le funzioni neuropsicologiche compromesse sono: la motricità, la comunicazione, la socialità, la sensorialità e l’emozionalità".
Di quali terapie può avvalersi oggi il neuropsichiatria per combattere la patologia?
"E' indispensabile e fondamentale la presa in carico globale da parte dei servizi di Neuropsichiatria infantile dei territori di competenza e l’intervento psicoeducativo a favore della famiglia, della scuola e degli operatori. A questo si aggiungono gli interventi abilitativi finalizzati a ridurre il più possibile i deficit neurofunzionali. La possibilità di formulare una diagnosi precoce permette di impostare una presa in carico terapeutica in una prima fase della vita rendendo possibile migliori risultati sul piano dello sviluppo. Il coinvolgimento dei pediatri di famiglia risulta fondamentale nell’anticipare l’invio ai servizi di Neuropsichiatria infantile. Altro aspetto importante è poi costituito dal bilancio diagnostico clinico e dalla collaborazione tra le diverse figure professionali implicate nella gestione del soggetto affetto da autismo. Ad oggi, comunque, nessun trattamento si è mostrato completamente efficace in egual misura per tutti i bambini con autismo, quindi, si procede con interventi individualizzati e adattati a seconda delle fasi di sviluppo. Infine, una stretta collaborazione tra Neuropsichiatria infantile e Psichiatra permette un più efficace proseguo delle cure e dell’assistenza in età adulta".
Verona è all’avanguardia nello studio dell’autismo. La nascita della fondazione s’inserisce in una serie d’interventi e progetti di ricerca tesi a far luce sulla patologia. Di cosa si tratta e quali le prospettive per diagnosi e terapie?
La Fondazione Itan sviluppa l’attività del progetto nazionale di ricerca sulle malattie dello spettro autistico creato nel 2006 dalla Fondazione SmithKline all’interno della sua “Area Ricerca sull’autismo”. Si tratta di un progetto di ricerca nato con l’obiettivo di porre le basi di dati e materiali biologici necessari a svolgere una ricerca completa e integrata a livello genomico, trascrittomico, proteico e metabolico sull’autismo, per identificare i fattori biologici coinvolti nella malattia. Grazie a questa iniziativa si è creata una rete nazionale di centri clinici di Neuropsichiatria infantile e un protocollo sempre aggiornato e completo per la raccolta di informazioni cliniche e il prelievo di campioni biologici.