La relazione tra i saperi locali e gli effetti dei cambiamenti climatici in alcune comunità nel mondo. Questo il tema del convegno internazionale che si svolgerà giovedì 12 marzo, a partire dalle 9.15, alla biblioteca Arturo Frinzi e promosso dal dipartimento Tesis. Dodici antropologi provenienti da tutto il mondo interverranno per esporre i risultati della prima fase delle loro ricerche sul campo nell’ambito di un progetto internazionale finanziato dalla Nsf, National Science Foundation, Usa.
Il progetto rappresenta un approccio originale alla ricerca sui cambiamenti climatici in quanto si propone di evidenziare il ruolo essenziale che il sapere locale dovrebbe avere nel discorso internazionale su questi temi e nella pianificazione di interventi intesi a fronteggiare tali problemi.
“Il convegno – spiega Anna Paini, docente di Discipline demoetnoantropologiche – si terrà a Verona grazie alla collaborazione del dipartimento Tesis che ha invitato Giovanni Bennardo tramite una Fulbright grant come visiting professor per l’anno accademico 2014-15. Il convegno, inoltre, risponde a un punto cardine della missione dell’università, l’internazionalizzazione”.
Internazionalizzazione che si concretizza in due diverse direzioni, da una parte i dodici ricercatori provengono da Europa, America, Asia e Medio Oriente, dall’altra, le comunità scelte e studiate sono dislocate nei cinque continenti. I Paesi coinvolti sono Cina, Ecuador, Filippine, Giappone, Italia, Kenya, Lituania, Namibia, Pakistan, Polonia, Stati Uniti, Tonga.
“È importante – evidenzia Giovanni Bennardo, antropologo e docente della Northern Illinois University – studiare come il sapere locale venga attivato nel confrontarsi con i cambiamenti climatici che producono effetti negativi su piccole comunità legate alla produzione del cibo, quali coltivatori, pescatori e allevatori, in quanto sono i primi ad accorgersi di questi cambiamenti e i primi a dover modificare le proprie pratiche quotidiane. Sono proprio tali piccole comunità ad avere un contatto diretto con l’ambiente e quindi sono le prime a subire le conseguenze dei cambiamenti climatici”.
Le dodici comunità sono state scelte secondo questi parametri e sono state studiate con una metodologia condivisa. Le ricerche sono state svolte nell’arco di due anni con un periodo di permanenza sul campo tra le 5 e le 8 settimane.
“I risultati della ricerca finanziata dalla Nsf – conclude Bennardo – saranno poi pubblicati e portati all’attenzione delle autorità locali, nazionali e internazionali affinché si producano risultati concreti”.
Ascolta l'intervista a Giovanni Bennardo realizzata dalla redazione di FuoriAulaNetwork
06.03.2015