Sono stati impiantati a Verona i primi pazienti con il pacemaker più piccolo del mondo, nell’ambito di una innovativa tecnologia che ha coinvolto pochi selezionati centri in Italia tra i quali la nostra Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata. Poco più grande di una pillola, un decimo della grandezza di un pacemaker convenzionale, il sistema di stimolazione Micra, prodotto dalla statunitense Medtronic, è una cardiocapsula, interamente contenuta all’interno del cuore, pesa 2 grammi, misura poco più di 2 cm e ha una durata che può arrivare fino a 14 anni. I primi impianti a Verona sono stati realizzati nell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia diretta dal prof. Corrado Vassanelli, dal team di Elettrofisiologia e Cardiostimolazione guidato dal dott. Giovanni Morani.
“Micra viene impiantato direttamente nella cavità cardiaca passando attraverso la vena femorale e non prevede l’impianto di elettrodi di stimolazione – spiega il dott. Morani – una volta posizionato, il sistema Micra viene ancorato al cuore con piccoli ganci appositamente progettati ed emette impulsi elettrici in grado di regolarizzare il battito cardiaco attraverso un elettrodo posto sul dispositivo stesso. Fino ad oggi le procedure di impianto di pacemaker prevedevano la creazione di una tasca sottocutanea dove veniva alloggiato il pacemaker che era poi connesso al cuore attraverso un filo – continua Morani – il Micra TPS invece non necessita di alcun filo o catetere e non richiede incisioni nel torace, né la creazione di una tasca sottocutanea; tutto il sistema è contenuto all’interno della cardiocapsula che viene rilasciata all’interno del ventricolo destro; si elimina così il rischio di potenziali complicanze legate alla procedura tradizionale rendendo l’impianto di fatto invisibile vista l’assenza di cicatrici. La procedura dura circa 40 minuti”.
“Il centro di Verona fa parte di un ristretto gruppo di centri che fanno da riferimento per l’introduzione di questa terapia – dichiara il Prof. Vassanelli, Direttore della Cardiologia – La stimolazione del cuore senza elettrocateteri rappresenta un’innovazione rivoluzionaria che si posiziona, come una pietra miliare nella storia dei pacemaker, che da circa sessant’anni ha visto numerose e importanti evoluzioni ma che fino ad ora non aveva mai abbandonato l’idea originaria di un dispositivo sottocute connesso ad un filo che portasse l’impulso elettrico dentro il cuore. Da oggi la storia è cambiata. Questa nuova metodica rende la procedura più breve, meno chirurgica, evita l’insorgere di infezioni e dimezza le complicanze post-operatorie”.
Ufficio Stampa Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona
17.06.2016