L’innovazione in campo oncologico negli ultimi anni ha fatto passi da gigante. Oggi non siamo lontani dal momento in cui avremo diagnosi su tumori ancora così piccoli da essere invisibili a una Tac e cure sempre più personalizzate che saranno studiate anche per un solo paziente. I risultati e le prospettive di queste ricerche di frontiera che stanno procedendo in tutto il mondo sono state presentate e discusse a Verona, dal 30 giugno al 2 luglio, durante il convegno internazionale “Resolving Cancer Heterogeneity: a way to personalised medicine” organizzato da Arc-Net e dal dipartimento di Patologia molecolare dell’università del Texas e promosso dalla Fondazione internazionale Menarini.
Due le grandi innovazioni raggiunte dalla ricerca contro il cancro. La prima riguarda le informazioni derivanti dal progetto internazionale sul genoma del cancro, in cui l’università e l’Azienda ospedaliera universitaria di Verona, riunite in Arc -Net, rappresentano l’Italia. Lo studio ha, infatti, restituito indicazioni sull’eterogeneità dei vari tumori. La seconda innovazione riguarda lo sviluppo di tecnologie che permettono di separare le singole cellule dei tessuti tumorali e, quindi, di studiare separatamente le diverse componenti cellulari dei tumori.
“La parola chiave per capire dove stiamo arrivando è eterogeneità – ha dichiarato Aldo Scarpa, docente di Anatomia patologica all’università di Verona e direttore di Arc-Net – sappiamo ormai da anni che tutti i tumori non sono un solo tumore ma famiglie di tumori differenti. Ognuna di queste va trattata con farmaci diversi. Negli ultimi tempi però siamo andati oltre e abbiamo capito che ci sono ulteriori differenze non solo in questi sottogruppi, ma anche da paziente a paziente, persino in fasi diverse della malattia nella stessa persona e che piccoli gruppi di cellule tumorali con caratteristiche diverse possono coesistere con quelli maggioritari. Questa è l'eterogeneità del cancro che ci fa capire come si può combattere efficacemente la malattia solo con strumenti diagnostici sempre più precisi e rapidi e farmaci sempre più selettivi e mirati nel colpire i diversi sottogruppi di cellule. Su questi strumenti diagnostici, sulla differenziazione dei farmaci è in atto un lavoro di ricerca senza precedenti”.
Nella città scaligera si sono confrontati ricercatori di tutto il mondo che stanno percorrendo una strada che Arc-Net ha contribuito a tracciare. È stata messa a punto di recente una metodica che consente di sequenziare geni molto grandi a partire da una piccola porzione di tessuto proveniente dalla biopsia o prelevata durante l’intervento chirurgico. La prima applicazione è già entrata nella routine diagnostica e riguarda i tumori dell’ovaio per i quali la presenza di mutazioni nei geni BRCA permette di avviare i pazienti a terapie specifiche.
Oggi gli scienziati sono impegnati nella messa a punto di reagenti e tecnologie da assemblare in ulteriori kit da applicare alla diagnostica routinaria che viene eseguita nelle anatomie patologiche per i tumori del polmone e del colon.I ricercatori di Arc-Net lavorano, inoltre, per identificare nuove molecole cancro-associate su ulteriori tipi di neoplasie, comprese quelle del polmone, fegato, colon e delle vie urinarie che possano fungere da nuovi marcatori o bersagli per terapie innovative, percorrendo una strada che ha già visto successi applicativi nei tumori del pancreas, dell’ovaio e del colon. Lo sforzo ulteriore riguarda l’identificazione di molecole capaci di identificare con certezza le cellule che riforniscono la massa neoplastica (cellule staminali tumorali) per colpirle.
L’obiettivo è individuare le radici stesse del cancro, ciò che sta dietro le mutazioni genetiche, cioè l'eterogeneità. “Alla base di un tumore – ha aggiunto Scarpa – ci sono delle cellule staminali. Le quali poi si differenziano nelle varie popolazioni di cellule cancerose, ognuna con la sua mutazione genetica. I sottoinsiemi che costituiscono l'eterogeneità del cancro sono oggi oggetto di studio. Quello che stiamo sperimentando è isolare queste staminali dei tumori per capirne i meccanismi e colpire la radice delle varie popolazioni di cellule cancerose”.
“L'importanza e il valore di questo convegno – ha commentato poi Alessandro Casini, Presidente della Fondazione Internazionale Menarini – sta sia nel fatto di far incontrare le vere avanguardie della ricerca su malattie molto diffuse, sia nel rendere di dominio pubblico la conoscenza del loro lavoro. L'eterogeneità del cancro e le prospettive che aprono le acquisizioni in materia non sono ancora concetti molto chiari al di fuori dell'ambito specialistico. Mi auguro che questo incontro contribuisca a diffonderne la conoscenza. Coerentemente allo spirito degli eventi che la Fondazione organizza nei vari settori della ricerca biomedica”.
La Redazione
1.07.2016