“Research that is not communicated is research that is not done”. Questo è il motto del Science communication event, organizzato dalla Commissione europea a Manchester il 24 luglio. Durante il convegno dedicato alla comunicazione della scienza è stato presentato anche il progetto Smart-Plant, coordinato dall’università di Verona e finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020, che è stato tra i cinque selezionati per la sessione“elevator pitch” .
“A Manchester – spiega Francesco Fatone, docente del dipartimento di Biotecnologie di ateneo e coordinatore del team internazionale di Smart-Plant – erano presenti circa 200 coordinatori di progetti Horizon2020. In tre minuti abbiamo dovuto presentare in modo creativo l’azione di innovazione del progetto. È stata un’esperienza importante, che, ancora una volta, fa capire come la nostra ricerca, finanziata con fondi pubblici, debba impattare positivamente sulla società e sulla vita dei cittadini europei, che devono essere coinvolti il più possibile nelle attività di ricerca, sviluppo e innovazione”.
Smart-Plant, acronimo di “Scale-up of low-carbon footprint Material Recovery Techniques for upgrading existing wastewater treatment Plants”, è stato selezionato tra 174 proposte, che la Comunità Europea ha deciso di finanziare nell’ambito di Horizon 2020, il più prestigioso programma europeo di finanziamento di Ricerca, sviluppo ed innovazione. Le attività, coordinate dal team dell’università di Verona, saranno condotte misurando sperimentalmente le emissioni di gas serra e l’impatto ambientale, la percezione e partecipazione sociale, e le ricadute economiche, in un’ottica di economia circolare e recupero sostenibile, che supera il tradizionale concetto di “produzione-smaltimento”. Smart-Plant, che ha un budget complessivo di 9,6 milioni di euro, coinvolge 25 partner europei. Tra questi solo otto sono università e Centri di ricerca mentre sono 17 le piccole e grandi aziende, di cui 7 water utilities. In Italia il sito di innovazione sarà il depuratore di Carbonera, in provincia di Treviso, gestito da Alto Trevigiano Servizi, unica water utility italiana partner del progetto. A completare il panel di partner italiani, l’università di Roma “La Sapienza” e la piccola-media impresa Scae di Dueville, Vicenza. Oltre all’Italia, Smart-Plant prevede la partecipazione di altri Paesi europei come Spagna, Germania, Olanda,Inghilterra, Grecia, Portogallo, e paesi extra-UE come Norvegia, Svizzera e Israele.
26.07.2016