Pubblicato su Scientific Reports un nuovo studio che chiarisce i meccanismi che possono ostacolare l'ossigenazione dei tessuti. A realizzarlo un team di scienziati al lavoro tra l’università di Verona e quella di Trieste che hanno messo a punto un nuovo modello biofisico per spiegare in che modo l’ossigeno si diffonde nei tessuti. Questo processo ha un ruolo in numerose situazioni patologiche come nel caso dei tumori dove una caratteristica peculiare è la frequente presenza di vaste aree in cui la concentrazione di ossigeno è più bassa rispetto alla norma e, in alcuni casi, è addirittura nulla. Le cellule tumorali si adattano a questo ambiente regolando il loro comportamento, una situazione che ha ricadute sulla loro capacità di proliferare e sull’aggressività della malattia.
I modelli fisici a oggi impiegati per capire questo importante fenomeno si sono rivelati inadeguati. Per questo Roberto Chignola, biologo del dipartimento di Biotecnologie dell’università scaligera e i fisici Edoardo Milotti e Sabrina Stella dell’ateneo di Trieste hanno analizzato il fenomeno con un nuovo approccio. Grazie anche all'uso di un simulatore numerico della crescita tumorale che gli scienziati del team stanno sviluppando da oltre 10 anni, sono riusciti a isolare gli aspetti fisici del problema da quelli più tipicamente biologici riducendo la complessità che caratterizza molti problemi di questo tipo e a individuare il nuovo modello biofisico che descrive correttamente i risultati sperimentali.
“Anche se è ancora troppo presto per trarre delle conclusioni sul piano clinico – spiegano gli scienziati – crediamo che il nostro studio, in futuro, potrà trovare importanti applicazioni. Pensiamo, ad esempio, alla radioterapia, un approccio terapeutico la cui efficacia, a oggi, è limitata proprio dalla bassa concentrazione dell’ossigeno”.
La Redazione
13.01.2017