Il 9 maggio si celebra la festa dell’Europa. Ma cosa significa oggi essere cittadini europei anche oggi alla luce degli ultimi sviluppi politici e internazionali? Lo abbiamo chiesto a Maria Caterina Baruffi, docente di Diritto internazionale dell'università di Verona.
“Essere cittadini europei oggi significa ancora tantissimo. – spiega la docente – Forse ha ancora più significato oggi rispetto a ieri: in un momento come quello che stiamo attraversando, caratterizzato da grandi difficoltà non solo dal punto di vista economico, il sentirci parte di un’Unione forte può consolidare ulteriormente il senso di appartenenza alla comunità".
D'altre parte la docente ha ricordato come diversi Paesi abbiano al proprio interno spinte indipendentiste.
"La linea politica dei singoli Stati membri influisce sull'Unione tutta e sulla sua capacità di progredire. Credo che oggi sia anacronistico per i Paesi fondatori pensare di uscire dall’Unione europea e sono convinta che la Gran Bretagna non si sia resa conto delle conseguenze della Brexit. L'Unione – conclude Baruffi – non è solo un'istituzione economica o politica, ma racchiude in sé diversi aspetti come per esempio la libera circolazione del mercato interno e la cooperazione giudiziaria, aspetti che la Gran Bretagna non ha considerato e che potranno metterla in difficoltà”.
Perché il 9 maggio? La giornata fu determinante per la creazione della Comunità Europea, che iniziò a prendere forma nel 1950 da un discorso dell’allora ministro degli esteri francese, Robert Schuman che propose la creazione di una comunità europea del carbone e dell'acciaio. Nacque così, un anno dopo, la Ceca, Comunità Europea del carbone e dell’acciaio fondata da Francia, Germania occidentale, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo, la prima di una serie di istituzioni europee sovranazionali che avrebbero condotto a quella che oggi si chiama "Unione Europea".
09.05.2017