Dal 2014 ad oggi, l’ateneo scaligero ha ottenuto 16.707.458 euro dall’Unione europea per progetti di ricerca e innovazione nell’ambito del programma Horizon 2020. È quanto emerge da un’analisi di Aster, società della Regione Emilia Romagna per l’innovazione e la ricerca industriale, secondo cui l’Ue ha premiato le università italiane con 740,3 milioni in quattro anni (il 30% dei contributi Horizon 2020 erogati all’Italia).
In termini assoluti, il Veneto si piazza al terzo posto dietro a Lombardia (200,2 milioni) e Lazio (84). Ma se si considera il contributo medio, cioè la somma dei contributi in rapporto al numero di atenei sul territorio, il Veneto balza al primo posto con un contributo medio procapite di 19,7 milioni, davanti a Emilia Romagna (18,1) e Piemonte (17,6).
Analizzando il dato in relazione alle dimensioni dei singoli atenei, dividendo quindi l’ammontare del finanziamento per il numero dei docenti, l’ateneo di Verona ottiene un risultato lusinghiero, con un contributo medio di 23.564 euro procapite. Risultato in linea, quando non superiore, a quello dei grandi atenei come Bologna, Padova, La Sapienza di Roma e la Statale di Milano.
“Esprimo soddisfazione per l’ottimo risultato che conferma la qualità della ricerca in Veneto e nell’ateneo scaligero”, commenta il rettore Nicola Sartor. “Verona è allineata con i grandi atenei italiani se guardiamo al finanziamento procapite, per numero di docenti, a testimonianza degli elevati standard qualitativi del nostro ateneo. I finanziamenti europei sono sempre più indispensabili, poiché da anni constatiamo come, purtroppo, lo Stato italiano abbia progressivamente ridotto i fondi per la ricerca”.