Dalle origini del mito alle rappresentazioni cinematografiche, dall’immaginario letterario alla scoperta delle nuove frontiere della scienza. È questo il cuore di “Caro mostro. Duecento anni di Frankenstein”, una settimana di appuntamenti aperti alla cittadinanza, dal 4 al 9 novembre che l’università di Verona, in collaborazione con il Comune, dedica a Frankenstein, protagonista del famoso romanzo gotico di Mary Shelley, in occasione del bicentenario della pubblicazione.
L’iniziativa è stata presentata il 29 ottobre a Palazzo Giuliari, dal rettore dell’università di Verona Nicola Sartor, dal direttore artistico del Verona film festival Paolo Romano e dai coordinatori scientifici del festival Nicola Pasqualicchio e Alberto Scandola. Erano, inoltre, presenti i direttori delle quattro Scuole di dottorato dell’università di Verona che hanno reso possibile l’iniziativa. La loro collaborazione ha permesso l’interazione tra le prospettive storiche, critiche ed estetiche con la riflessione scientifica, filosofica e giuridica su tematiche di grande e attualità. La sinergia con il Comune ha poi permesso di organizzare l’evento in una prospettiva di apertura e offerta culturale di alto livello divulgativo a tutta la città, coinvolgendo anche docenti e studenti di alcuni licei veronesi.
Nel 1818 Mary Shelley, infatti, appena ventenne, pubblicava il suo capolavoro e nei duecento anni che sono seguiti i suoi personaggi non solo non sono stati dimenticati, ma sono anzi sempre più profondamente penetrati nell’immaginario della nostra cultura, al punto di trasformare Frankenstein in un vero e proprio mito moderno. Un mito che ha trasceso i confini della letteratura per sconfinare nel teatro, nel cinema, nei fumetti, nel linguaggio comune e diventare anche il simbolo dei problemi morali e delle inquietudini legate alle nuove frontiere della genetica, della chirurgia, della robotica. Il palazzo della Gran Guardia, il polo Zanotto e la Società Letteraria saranno i luoghi in cui si svolgerà la “maratona frankensteiniana”, che comprende un convegno di quattro giornate, una rassegna cinematografica e la lettura continuativa distribuita tra settanta lettori dell’intero romanzo della Shelley. Il progetto inaugura Limen, neonato centro di ricerca sul fantastico nelle arti dello spettacolo, diretto da Nicola Pasqualicchio e Alberto Scandola del dipartimento di Culture e civiltà, che hanno anche coordinato il festival.
Si parte il 4 novembre nella sala Convegni della Gran Guardia con la maratona cinematografica “Da James Whale a Tim Burton: i più bei film su Frankenstein, fra terrore e parodia”, a cura del Verona film festival. Saranno proiettate, dalle 14 alle 24, sette pellicole dedicate a Frankenstein dal 1931 ad oggi. Inoltre, nelle serate del 5, 6 e 7 novembre, dalle 21.30, nell’aula T3 del polo Zanotto, appuntamento con la rassegna cinematografica “Frankenstein oggi: il mito nel cinema contemporaneo”. Saranno proiettati film “The Frankenstein Theory” di Andrew Weiner, “Victor Frankenstein” di Paul Mc Guigane “Frankenstein” di Bernard Rose.
Il convegno
“Caro mostro. Duecento anni di Frankenstein” è il titolo del convegno di quattro giorni, dal 5 all’8 novembre, che si terrà nella sala Convegni del palazzo della Gran Guardia. Docenti, scrittori, medici, genetisti, giuristi, filosofi e artisti esploreranno, a vario titolo, l’universo originatosi dal romanzo di Shelley, spaziando dall’ambito umanistico a quello scientifico.
Si parte il 5 novembre, dalle 9.30 alle 19, con il focus “Frankenstein: cinema, videoarte, videogames” coordinato da Alberto Scandola, docente di Storia e critica del cinema. La giornata sarà aperta dall’intervento di Steve Della Casa, voce ben nota agli ascoltatori di Hollywood Party su Radio Tre e si svolgerà all’insegna dell’evoluzione della figura dello scienziato e della sua Creatura non solo nel cinema di vari paesi, ma anche nelle serie televisive, nella videoarte e nei videogiochi, con gli interventi, tra gli altri, di Leonardo Gandini, Roy Menarini, Riccardo Fassone.
Il 6 novembre gli studiosi si concentreranno sulla genesi, lo sviluppo e le metamorfosi del mito di Frankenstein tra letteratura e teatro, guardando alle sue radici sia letterarie che scientifiche ma anche, al confronto con le opere di Byron e di Emily Brönte, fino alle sue interpretazioni in chiave postmoderna e postcoloniale, nonché alle sue versioni in lingua italiana e nel linguaggio dei fumetti. La giornata, coordinata da Nicola Pasqualicchio e Arnaldo Soldani, vedrà avvicendarsi studiose di teatro come Elena Randi e di letteratura inglese come Daniela Carpi e la scrittrice e giornalista di “Repubblica” Leonetta Bentivoglio.
Il tema della creazione e modificazione del corpo nella filosofia e nel diritto sarà al centro della riflessione del 7 novembre. Markus Ophaelders, dell’università di Verona, modererà gli interventi dei docenti che si susseguiranno nella mattinata, tra cui quelli di Rocco Ronchi, dell’università dell’Aquila, che rifletterà sulle differenze fra zombi e Frankenstein con il focus “Zombi versus Frankenstein. Fare uno con i molti, fare molti con l’uno”, di Marco Ciardi e Pier Luigi Gaspa, che presenteranno il loro libro “Frankenstein. Il mito tra scienza e immaginario”. Nel pomeriggio, dalle 15, la parola passerà a Matteo Ortino, docente di ateneo, che coordinerà una sessione in gran parte dedicata al personaggio di Shelley dal un punto di vista giuridico. Gli interventi, presentati da alcuni docenti di scienze giuridiche dell’università di Verona, spazieranno dal diritto del mostro alla felicità, a cura di Giovanni Rossi ai nuovi confini della genitorialità con Alessandra Cordiano.
Focus sulle frontiere della scienza contemporanea, dai trapianti alla terapia rigenerativa, dalla robotica alle modificazioni genetiche, l’8 novembre in occasione dell’ultima giornata di convegno in Gran Guarda. Sarà Gloria Menegaz, docente di Informatica a guidare gli interventi degli scienziati che si confronteranno, a partire dalle 9, sul problema dell’identità del soggetto umano sottoposto a interventi di manipolazione e sostituzione. Secondo gli organizzatori, infatti, il mito di Frankenstein ha accompagnato, come un’ombra, le linee più avanzate della ricerca scientifica moderna, i trapianti, la biogenetica, la robotica e l’intelligenza artificiale, tutto quanto abbia a che fare con la mutazione del corpo umano, la sua costruzione e ricostruzione in laboratorio, la sua imitazione e sostituzione tecnologica, l’idea stessa di un suo miglioramento indotto artificialmente dall’esterno. Giulia Battistoni, Fabio Benfenati, Michele Giugliano, Vincenzo Manca e Giuseppe Faggian punteranno così i loro riflettori sulle grandi possibilità di sviluppo, ma anche sui problemi e le inquietudini, che alcuni settori della chirurgia, della neurologia, dell’informatica e della robotica, offrono al futuro dell’uomo.
Nel pomeriggio, dalle 15, Menegaz e Pietro Minuz, docente di Medicina interna modereranno una sessione tutta dedicata alla genetica e alle biotecnologie e alle modificazioni del genoma, che Massimo Delle Donne, Marzia Rossato e Mario Pezzotti illustreranno tanto nelle loro implicazioni mediche quanto in quelle agricole.
In programma, alle 17, la tavola rotonda “Chi ha paura di Victor Frankenstein?”. Minuz, Pasqualicchio, Pedrazza Gorlero, Pezzotti e Scandola, in compagnia dello psichiatra Vittorino Andreoli, coinvolgeranno studiosi di letteratura, teatro e cinema, medici, genetisti, esperti di robotica e intelligenze artificiali, giuristi, filosofi ed economisti, in una riflessione sulle prospettive, le incertezze, gli interrogativi che accompagnano i rispettivi campi di ricerca. Obiettivo tentare di rispondere alla domanda: fino a dove ci si può spingere?
Sarà la maratona di lettura integrale del romanzo “Frankenstein” di Mary Shelley a chiudere la settimana di appuntamenti in programma il 9 novembre, dalle 10 alle 22, nella sede della Società letteraria in piazzetta Scalette Rubiani, 1. Ciascun partecipante leggerà tre pagine del libro nell’edizione Einaudi, con introduzione di Nadia Fusini e traduzione di Luca Lamberti. La partecipazione è libera, previa iscrizione da inviare a nicola.pasqualicchio@univr.it entro il 3 novembre indicando la fascia oraria di preferenza (10-12, 12-14, 14-16, 16-18, 18-20, 20-22). Concluderà la maratona un concerto del cantautore Claudio Fava, che eseguirà tra l’altro in anteprima una canzone dedicata a Frankenstein appositamente composta per questo evento.
È previsto il riconoscimento di 2 crediti F agli studenti dei corsi di Beni Culturali, Lettere, Tradizione e interpretazione dei testi e Scienze della comunicazione che frequenteranno almeno due sessioni (mezze giornate) del convegno e assisteranno ad almeno uno dei tre film della rassegna serale al Polo Zanotto. Per ottenere il riconoscimento dei crediti, gli studenti dovranno redigere una relazione tra i 4000 e i 6000 caratteri (spazi inclusi) da inviare al professor Nicola Pasqualicchio nicola.pasqualicchio@univr.it