“L’uomo bianco siamo noi, è la nostra natura ed è qualcosa che non rinneghiamo. Non siamo solo questo, col tempo ci siamo costruiti sovrastrutture per regolare la società. La paura dello straniero però, oggi diffusa, ci ha fatto regredire, non avanzare, risvegliando vecchi fantasmi come per esempio differenziare le persone sulla base del colore della pelle. Tale fenomeno non è nuovo e non è prodotto dalla politica in quanto tale, ma la politica ha fatto sua questa insicurezza delle fasce più deboli, come gli anziani, che oggi si trovano quasi “globalizzati” a casa loro. La paura dell’invasione e di una contaminazione razziale accade anche in un momento particolare di crisi economica. Dobbiamo ricordarci, però, che la politica nasce per liberare gli uomini dalla paura.”
Così Ezio Mauro, giornalista, già direttore de La Stampa e de la Repubblica, ha aperto la serata “Impaurito e isolato. La deriva dell’uomo bianco”, svoltasi lo scorso 5 marzo, al Polo Zanotto, e inserita nel ciclo di incontri “I martedì del mondo”, organizzato dalla Fondazione Nigrizia. È stato il rettore Nicola Sartor ad accogliere ospiti e cittadini dal palco di un Polo Zanotto gremito, sottolineando “il bisogno di trattare e approfondire temi come questo che spesso appaiono distorti nell’agenda politica”. Il giornalista ha presentato il suo nuovo libro “L’uomo bianco” in un dialogo con l’antropologo Marco Aime, con cui ha affrontato le mutazioni che la nostra società sta vivendo anche alla luce di fenomeni come la crisi economica e l’immigrazione.
L’evento si è svolto nell’ambito di “Diffusioni: l’università incontra la città”, il nuovo cartellone di eventi aperti alla città per condividere la conoscenza, divulgare le ultime scoperte scientifiche e approfondire i temi di attualità.