Riconoscere il giusto spazio e valore alla Storia delle scienze per svolgere ricerche di qualità. Il corso “Una prospettiva storica all’introduzione della Fisica moderna” permette a insegnanti e studenti di acquisire le competenze storiche necessarie a completare la propria formazione, ripercorrendo le tappe che dalla scoperta dell’elettrone hanno condotto gli studiosi fino alla nascita della fisica quantistica. Sono questi i temi al centro degli incontri pomeridiani a Cà Vignal promossi da Francesca Monti, docente di Fisica del dipartimento di Informatica, in collaborazione con il dipartimento di Scienze umane e con Massimiliano Badino, docente di Filosofia della scienza di ateneo. I prossimi appuntamenti sono programmati per il 28 marzo e l’11 aprile, dalle 15 alle 18 nella sala Verde di Cà Vignal 3.
“Il corso è pensato come occasione di aggiornamento – ha spiegato Monti – per gli insegnanti di scuola superiore, sia di liceo sia di istituto tecnico, in quanto consente di fornire ulteriori competenze per la didattica. Abbiamo avuto un riscontro positivo, arrivando a coinvolgere 40 docenti. Le lezioni non sono aperte solo agli insegnanti, ma anche agli studenti dell’università, che potranno acquisire dei crediti formativi in seguito alla realizzazione di un progetto nell’ambito dei 24 cfu per la didattica nelle scuole secondarie. È la prima volta che viene proposto un corso di Storia della fisica e per inquadrare la disciplina a trecentosessanta gradi vogliamo affrontare tre aspetti: innanzitutto ricordare la dimensione umana della ricerca scientifica, a cui si è soliti attribuire una freddezza che non le appartiene; sviluppare un atteggiamento critico per la verifica delle fonti da cui si attingono le informazioni e infine ridare voce alla storia, approfondendo i risultati che sono stati raggiunti nel corso del tempo”.
Il 14 marzo Nadia Robotti, relatrice d’eccezione del corso e unico docente ordinario di Storia della fisica in Italia, ha intrattenuto i partecipanti trattando della storia della scoperta del nucleo e dei lavori teorici e sperimentali che portarono Rutherford nel 1911 al concetto di nucleo atomico fino alla nascita della fisica nucleare. “Il focus della mia ricerca – ha raccontato la docente – sono le fonti originali risalenti agli anni Trenta, che ha tra i suoi maggiori esponenti Pontecorvo, Fermi, Maiorana e Rossi. Il ritrovamento che ricordo con più entusiasmo è il primo quaderno di laboratorio di Enrico Fermi nell’archivio di Avellino. È in quel diario che il fisico scrisse di aver scoperto la radioattività indotta”.