Due giorni di convegno, giovedì 11 e venerdì 12 aprile al polo Zanotto, per discutere di prospettive e categorie per leggere la realtà. “Allargare il cerchio. L’apprendimento e la cura come pratiche politiche” ha portato in ateneo esperienze e storie di vita da tutto il mondo.
“Aprire il cerchio – ha spiegato Rosanna Cima, docente di Pedagogia del dipartimento di Scienze umane e coordinatrice dell’evento – significa fare un passo indietro e guardare ad altre lingue. Non va dimenticato, però, che le diversità sono anche complessità e aspetti di qualcuno che bisogna conoscere e in qualche modo lavorare”. Maria Livia Alga, assegnista del dipartimento di Scienze umane, ha chiarito il percorso di nascita del convegno: “L’idea era far circolare dei saperi che partono dall’esperienza e che sono rielaborati all’interno di gruppi di donne. L’obiettivo è favorire l’incontro di contesti diversi”.
“L’università è luogo di confronto – ha ricordato Olivia Guaraldo, vicedirettrice del dipartimento – e dunque vanno accolti linguaggi diversi, che non siano soltanto accademici ma anche pratici e concreti. Il dipartimento vuole approfondire la questione delle donne, che sono figure centrali per il dialogo e le relazioni e che svolgono un ruolo fondamentale per far sì che le culture differenti arrivino a parlarsi e incontrarsi”.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito del programma generale della manifestazione “Ottomarzo. Femminile al Plurale” promossa dall’assessorato alle Pari opportunità del Comune di Verona.