“Di Giorgione non esiste al mondo alcun quadro firmato, né alcuno scritto autenticato di suo pugno”. Queste le parole con le quali Enrico Dal Pozzolo, docente di Storia dell’arte moderna, introduce il problema dell’attribuzione a Giorgione di un dipinto e di un’iscrizione ritrovati all’interno di un’edizione della “Divina commedia”.
A dialogare con Dal Pozzolo c’è Massimiliano Bassetti, docente di Paleografia dell’ateneo veronese, che analizza la pubblicazione di Jaynie Anderson, studiosa dell’università di Melbourne, edita dal “Burlington magazine”, riferimento scientifico del settore.
Il ritrovamento della Anderson, se confermato, permetterebbe di conoscere data di nascita e morte del pittore italiano, su cui finora non c’erano informazioni. I due docenti veronesi però sottolineano come la studiosa australiana non abbia minimamente considerato l’ipotesi che il dipinto potesse non essere attribuibile a Giorgione. Si pone quindi un problema di ordine metodologico che divide il mondo accademico.
L’incontro si è svolto nell’ambito degli appuntamenti aperti al pubblico sulla pittura rinascimentale, preceduto, il 2 maggio, dal convegno “Cassoni. Pittura profana del Rinascimento a Verona“. Ultimo appuntamento del cartellone, martedì 14 maggio, “Come si scopre un Mantegna, con Giovanni Valagussa“, in cui sarà illustrato uno dei più clamorosi recuperi di capolavori del Rinascimento italiano avvenuto nei depositi dell’Accademia Carrara di Bergamo.