Un videogioco per individuare precocemente i segni di una disfunzione cognitiva nella Sclerosi multipla, anche nei pazienti più giovani, prima che i classici test riescano a farlo. È questo il risultato di uno studio condotto del team di scienziati e scienziate di ateneo coordinato da Massimiliano Calabrese, docente di Neurologia nel dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’ateneo. Si tratta di un nuovo strumento di telemedicina per il monitoraggio costante dello stato di salute dei pazienti che non sostituisce, ma anzi si aggiunge alle tradizionali visite di controllo potenziando l’efficacia della presa in cura, che diventa costante.
Testato nei pazienti che risultavano, fino a quel momento, come privi di deterioramento cognitivo nei classici test carta-matita, e in 20 soggetti neurologicamente sani, i risultati dello studio sono stati sorprendenti. “Il videogame, in modo semplice e soprattutto divertente, – spiega Calabrese – ha evidenziato alcuni precocissimi segnali di deterioramento cognitivo, anche laddove i classici test cognitivi finora in uso non evidenziavano alcuna disfunzione. Questo permetterà in futuro di partire con cure specifiche e con una riabilitazione personalizzata in una fase molto precoce della malattia”.
Primo autore della ricerca è Marco Pitteri, altri autori sono Caterina Dapor, Stefano Ziccardi, Maddalena Guandalini e Riccardo Meggiato, tutti afferenti alla Neurologia B, diretta da Salvatore Monaco. Lo studio è stato finanziato dall’ateneo, con un sostegno da parte di Biogen Idec.