Con il più alto tasso di casi diagnosticati all’anno – 55mila donne e 500 uomini nel 2020 – e un’incidenza in crescita, il tumore alla mammella è il più diffuso in Italia. Proprio nell’ambito della lotta al carcinoma, dove la corretta informazione gioca un ruolo fondamentale per il conseguimento di una diagnosi precoce, si inserisce la tesi di laurea di Giulia Borghesani, vincitrice del premio Women First 2022 conferitole dal Soroptimist Club di Verona venerdì 18 febbraio.
Il lavoro di Borghesani, che ha affrontato la ricerca di biomarcatori di risposta alle terapie biologiche dirette contro il recettore HER2, è stato possibile grazie all’importante attività coordinamento e raccolta dati delle Breast Units, ovvero le unità multidisciplinari specializzate nella prevenzione, diagnosi e trattamento della patologia senologica. Grazie a queste è possibile intercettare la lesione quando è ancora nello stadio iniziale e intervenire con il trattamento chirurgico, che già garantisce un largo margine di guarigione, il quale va poi integrato con le terapie biologiche, chemioterapiche ed ormonali adiuvanti per ridurre il rischio recidiva.
Michele Milella, in qualità non solo di docente di Oncologia medica e di direttore dell’Unità operativa complessa di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata (AOUI) di Verona, ma anche di relatore dell’elaborato vincitore assieme a Elena Fiorio, si dice soddisfatto del risultato. “Sono orgoglioso – dichiara Milella – del fatto che il Soroptimist Club di Verona, che da anni promuove l’eccellenza delle donne per le donne, abbia apprezzato il lavoro ed il talento di Borghesani. In particolare, sono lieto del fatto che il premio sia stato consegnato da Annamaria Molino, presidente del Soroptimist, già direttore dell’UOC di Oncologia dell’AOUI di Verona e grandissima esperta dell’argomento specifico”.
“Il tumore alla mammella non deve più fare paura – aggiunge Molino – fino agli anni ’80 conoscevamo un solo tipo di tumore al seno e due possibilità terapeutiche, il 50% delle donne guariva, l’altro 50 no. Se oggi ne guariscono molte di più, lo dobbiamo alla diffusione dello screening e della diagnosi precoce e ai contributi di conoscenza di noi medici, compresi i più giovani e talentuosi come Borghesani, oltre che al coraggio di tutte le donne che hanno partecipato agli studi clinici”.
Annamaria Molino, presidente del Soroptimist conclude: “Con il premio Women First, alla sua 8° edizione, ogni anno il Club di Verona premia una tesi svolta da una laureata in corsi di laurea specialistica e magistrale presso l’Ateneo veronese; quest’anno il premio era riservato a una laureata in ambito scientifico, con preferenza per una tesi rivolta alla promozione della salute fisica o psicologica della donna. La scelta di quest’anno ci fa particolarmente piacere perché bene si inquadra con il progetto del Soroptimist Nazionale per l’orientamento delle ragazze verso le materie STEM”.