“Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate baciate e uccise, solo perché donne” scriveva Alda Merini. Verbi al passato che riflettono purtroppo una realtà contemporanea. Le donne sono ancora oggi vittime di violenza, una violenza fondata su abusi fisici e psicologici che spesso sfociano nel femminicidio. Dal 17 dicembre 1999, quando l’assemblea generale delle Nazioni Unite istituì la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, sono stati fatti passi in avanti in termini di diritti e di sensibilizzazione. Ma i fatti, le statistiche e le cronache quotidiane raccontano altro, parlano di stalking, di violenza psicologica, di morte.
Per questo motivo, in occasione del 25 novembre, data della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’università di Verona commemora tutte le donne vittime di femminicidio e sensibilizza la comunità studentesca, e non solo, con appuntamenti di riflessione sul tema. L’impegno dell’ateneo scaligero è costante: la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne non è una data simbolica, ma una ricorrenza quotidiana.
Numerose le iniziative in programma, organizzate e patrocinate dal Comitato unico di garanzia (Cug) dell’università di Verona e realizzate in collaborazione con il Comune di Verona, con il quale l’ateneo ha sottoscritto un protocollo d’intesa.
Martedì 22 novembre alle 15, nell’aula SMT.06 del polo universitario Santa Marta in via Cantarane 24, si terrà la conferenza “Combattere la violenza contro le donne attraverso cultura ed educazione”, organizzata dal Cug dell’università di Verona. Relatrici dell’incontro saranno Michela Nosè, presidente del Comitato unico di garanzia, Olivia Guaraldo, delegata del Rettore al Public Engagement e docente di Filosofia Politica, Antonia De Vita, docente di Pedagogia generale e sociale, Anna Parrilli, assegnista del dipartimento di Scienze giuridiche, ed Elda Baggio, vice presidente di “Medici senza frontiere” e già docente di ateneo.
Dall’11 al 22 novembre, negli spazi della Casa di Ramia, via Nicola Mazza, 50, si terrà la parte conclusiva del laboratorio “Nello spessore sottile dell’invisibile”, condotto da Maia Cornacchia, all’interno dei Laboratorio di Ricerca Saperi del dipartimento di Scienze umane di ateneo. L’ultima tappa è dedicata a un laboratorio intensivo, rivolto a giovani studentesse e a donne di differenti età, migranti e italiane, che si concentra sull’esperienza del corpo con l’intento di sollecitare pratiche di conoscenza di sé e del prendersi cura a ‘partire da sé’.
Giovedì 24 novembre, in Gran Guardia, Marina Garbellotti, docente di Storia moderna del dipartimento di Culture e civiltà, introdurrà la presentazione del libro “Mai più sole contro la violenza sessuale! Una pagina storica del femminismo degli anni Settanta” di Nadia Maria Filippini, socia fondatrice della Società italiana delle storiche ed ex docente dell’università Ca’ Foscari di Venezia. La pagina storica a cui fa riferimento il titolo riguarda proprio la città di Verona. Qui, in occasione di un processo per stupro tenutosi nel 1976, per la prima volta in Italia, il movimento delle donne d’intesa con la parte civile chiese che il processo si svolgesse a porte aperte per portare a conoscenza dell’opinione pubblica le gravi distorsioni del codice penale che derubricava il reato di stupro tra i delitti contro la morale e non contro la persona.
Ma l’ateneo di Verona non si limita a celebrare una Giornata: sono, infatti, molte altre le iniziative proposte, in un dialogo con il territorio e con le varie associazioni presenti, a partire dalla mostra itinerante “Com’eri vestita? What were you wearing?”, che è tornata dal 3 al 10 novembre nel Chiostro San Francesco del Polo Zanotto. L’esposizione è organizzata dall’associazione Isolina e… con l’obiettivo di sensibilizzare la comunità studentesca e la cittadinanza al tema dell’eliminazione della violenza contro le donne. La mostra è stata inaugurata in occasione dell’avvio delle lezioni del progetto “Mi/Ti rispetto”, dedicato alle matricole di diverso genere e appartenenti ai diversi ambiti disciplinari dell’ateneo per promuovere il rispetto nei rapporti in rete e sempre in vista della giornata del 25 novembre. Il titolo del progetto è esplicativo dell’obiettivo generale del progetto stesso, cioè la promozione della cultura del rispetto e dell’accettazione delle differenze. Responsabile dell’iniziativa è Nicoletta Zerman, delegata del Rettore alla Comunicazione e rapporti istituzionali, che ha proposto il laboratorio nella veste di delegata dell’università di Verona nella Commissione della Crui, Conferenza dei Rettori delle università italiane. Il progetto è inoltre patrocinato dal Consiglio degli studenti dell’ateneo veronese.
Il Comitato unico di garanzia dell’università scaligera è anche promotore di “STOP / Campagna contro l’uso di un linguaggio violento e sessista”, mostra che viene ospitata in vari spazi dell’ateneo, con l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione sull’importanza del linguaggio e delle parole. L’iniziativa, nata il 25 novembre 2020, vede l’esposizione itinerante di 25 pannelli in cui, attraverso le parole, sono raccontati gli atteggiamenti e il linguaggio da condannare e quelli da perseguire per una vita accademica, e non solo, più equa e rispettosa.