Palinuro è tornata in Porto. Il veliero è salpato nella prima settimana di settembre e ha permesso di vivere una esperienza unica ad un gruppo di donne affette da Sclerosi multipla che si sono imbarcate insieme al team di ricerca del progetto sperimentale Esprimo del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento dell’università di Verona e guidati da Michela Rimondini docente di Psicologia clinica.
Questa esperienza è stata possibile grazie alla rete collaborativa composta dall’università di Verona, dalla fondazione Tender to Nave Italia (Ttni), dall’associazione italiana sclerosi multipla (Aism) e dalla Marina Militare che ha messo a disposizione l’equipaggio e la sua esperienza.
L’obiettivo principale della ricerca risiedeva nell’innescare un processo di adattamento alla malattia attraverso l’immersione attiva nell’ambiente naturale e nell’esperienza sfidante della navigazione. A ciò è stato affiancato il monitoraggio degli aspetti motori, psicologici e relazionali, con l’ausilio di sensori indossabili, grande novità del progetto, che hanno permesso l’ottenimento di parametri in maniera costante ed accurata.
“L’esperienza, fortemente simbolica e immersiva, ha messo in luce dinamiche che ricordano il percorso di adattamento alla malattia – ha spiegato Michela Rimondini, presente a bordo, che ha poi concluso –. Le partecipanti sono state esposte a condizioni che hanno favorito riflessioni e comportamenti volti a migliorare il benessere psicofisico e a rafforzare l’autostima. Le attività psicologiche, mirate a consolidare la resilienza individuale e di gruppo, hanno incluso momenti di lavoro personale, scambio tra le partecipanti e condivisione delle loro esperienze con la comunità incontrata durante il percorso. Queste attività sono state affiancate da pratiche corporee, monitorate attraverso dispositivi indossabili che hanno rilevato l’attività fisica e la qualità del sonno delle naviganti. Questa esperienza ha sottolineato l’importanza del gruppo come fonte di sostegno reciproco, favorendo un rapporto di solidarietà tra equipaggio e partecipanti”.
SM