La sanità veneta è tra le prime a livello nazionale, buoni i risultati sia nell’ambito dell’assistenza che nelle forme di organizzazione. Tuttavia si deve migliorare sul versante della promozione di stili di vita più sani. Questo lo screening della “salute” in Veneto presentato nella sala Marani dell’Ospedale di Borgo Trento durante il convegno Osservasalute. L'analisi indicata nel Rapporto Osservasalute 2008 propone una lettura sia della “salute” economica e di gestione dell’assistenza sanitaria che lo stato di “salute” effettivo delle persone.
Al convegno, moderato dalla responsabile della Comunicazione dell'ateneo Mariafiorenza Coppari, hanno partecipato il Rettore Alessandro Mazzucco, il preside della facoltà di Medicina Michele Tansella, Sandro Sandri assessore alla Sanità della Regione Veneto, Sandro Caffi, direttore generale dell'Azienda ospedaliera. Nel corso dell'incontro Gualtiero Ricciardi direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane ha proposto la lettura e i commenti dei dati contenuti nella nuova edizione del rapporto nazionale Osservasalute giunto quest’anno alla sesta edizione.
Cos’è Osservasalute? È un’analisi dello stato di “salute” italiana. Spazia dai dati statistici riferiti agli stili di vita della popolazione ad indicatori demografici alle letture approfondite dei servizi offerti dai sistemi sanitari regionali. Una fotografia completa delle differenti situazioni della sanità nelle regioni italiane che sempre più si avviano verso la deregulation. Un interessante modello comparativo d’eccellenze e mancanze. 539 pagine ricche di numeri, dati, approfondimenti ad opera di un gruppo di oltre 250 esperti in sanità pubblica, demografia, statistica ed economia.
I numeri del Veneto. Quali realtà emergono dal sesto Rapporto Osservasalute? Tasto dolente è il consumo di alcol soprattutto tra i giovanissimi, altra situazione sulla quale i numeri parlano chiaro è l’indice di obesità, più alto rispetto la media nazionale. Le efficienze sono da ricercarsi tutte nell’ambito della gestione della sanità. Il Veneto ha ad esempio il minore tasso di mortalità neonatale a livello italiano e ottimi sono anche i risultati sul versante della spesa sanitaria rapportata al Pil, 5,44% rispetto al 6,69% italiano. I Veneti bevono, e non poco. Se a livello nazionale la percentuale di astemi è al 29,6% il dato locale è appena al 23%. Molto alto anche il numero di ragazzi tra gli 11 e i 18 che eccedono nel consumo di bevande alcoliche, il 33,1 % dei maschi, a fronte di un valore nazionale del 20,7%, e il 17,6 % delle femmine (Italia 13,1%). Nel fenomeno di importazione britannica del binge drinking, bere all’esclusivo scopo di cadere in stato di ubriachezza, il Veneto veste la maglia nera. I dati proposti dal Rapporto Osservasalute infatti testimoniano la presenza tra i veneti di un 18,9% di binge drinker di sesso maschile che si abbassa al 6,3% tra le donne, in Italia la media è al 16,6% tra gli uomini e 4,1% delle donne. Più alta della media nazionale anche la percentuale di veneti obesi, circa l’11% a fronte d’un livello italiano che si attesta al 10% circa, e sovrappeso circa il 35% dei veneti, dato questo per la verità in linea con la media nazionale.
La parola a Gualtiero Ricciardi. «Preoccupante il dato riferito all’obesità, percentuale in continua crescita – ha evidenziato Ricciardi – il Veneto ha risultati positivi sia per lo stato di salute nella popolazione sia per la qualità dei servizi sanitari, ma questi risultati non devono distogliere l’attenzione sulla sfida, tutta ancora da giocarsi, nel versante della promozione di stili di vita più salutari». Il rapporto Osservasalute assegna un'importante medaglia d’oro al Veneto, con solo 1,8 casi per mille nati vivi è la regione con minor tasso di mortalità neonatale. Il valore a livello medio italiano è di 2,7 per mille. Basso inoltre anche il tasso di mortalità nei primissimi anni di vita.
Ottima l'aspettativa di vita. Dati positivi sono quelli riferiti all’aspettativa di vita, superiori alla media nazionale sia per gli uomini che per le donne. Stefano Tardivo del dipartimento di Medicina e Sanità pubblica dell'Università vede in questo dato il risultato dell'efficacia sia del sistema sociale che della prevenzione. "La rete di ospedali nel Veneto è ben strutturata – ha sottolineato – altrettanto attiva è l'assistenza domiciliare ai malati.