Un vuoto incolmabile, una perdita enorme per lo sport italiano. Alberto Castagnetti è stato il mago del nuoto azzurro. Grazie a lui l'Italia ha raccolto medaglie e record, Verona è divenuta la capitale del nuoto nazionale. Era un testardo Castagnetti. E forse questa sua determinazione per la prima volta nella vita è risultata negativa. Il suo cuore ha ceduto, lasciando un vuoto che difficilmente potrà essere colmato. Castagnetti è stato un grande uomo di sport. Prima atleta, poi dirigente e imprenditore, quindi commissario tecnico dell'Italia.
Tra chi piange Castagnetti, sia l'uomo che lo sportivo, c'è il professor Carlo Morandi, preside della Facoltà di Scienze Motorie. Un legame profondo nel segno dello sport.
Professor Morandi, che rapporto c’era tra Castagnetti e la facoltà di Scienze Motorie?
Il nostro rapporto si è sempre limitato alla stretta collaborazione con la Federazione Nuoto dove la Facoltà di Scienze Motorie ha sempre "pescato" i docenti per le discipline natatorie. Di fatto i nostri docenti di nuoto sono sempre stati e sono affiliati alla FIN (Federazione Italiana Nuoto). Alcuni di essi sono stati e sono tecnici istruttori della Federazione, inoltre, sempre con la FIN è in essere una convenzione per la realizzazione di progetti di ricerca a cui partecipano docenti e ricercatori universitari.
Conosceva Castagnetti di persona? Cosa può dirci di lui?
Purtroppo la mia conoscenza non è mai stata diretta e dunque conoscevo Alberto Castagnetti per il suo lavoro, il suo impegno, per i grandi risultati acquisiti da quando diventò responsabile della squadra nazionale di nuoto dal lontano 1987. I nostri studenti lavoratori e i nostri laureati che hanno avuto la fortuna di interagire con lui, mi raccontano essere stato un uomo di grande personalità, un uomo che sapeva capire i giovani, che sapeva trasmettere la sua straordinaria passione per lo sport ed in particolare per il nuoto.
La sua morte che significato ha per il mondo sportivo?
Ritengo sia una gravissima perdita, ed ancora più grave per la repentinità con cui è avvenuta. In un paese come il nostro dove il mondo dello sport, a calcio imperante è spesso sotto accusa, una persona come Castagnetti, trasparente, scevra da ombre spesso create da una dietrologia devastante è quanto di meglio un paese e soprattutto un certo ambiente come quello sportivo, possa augurarsi di avere, un esempio da tenere in grande considerazione.
Francesca Pellegrini, vincitrice di due ori mondiali a Roma, nei giorni scorsi ha espresso grande sconforto per l’accaduto. Cosa significa per un’atleta la scomparsa improvvisa del proprio allenatore? Quale rapporto si instaura, in generale, tra queste due figure?
Penso che questa risposta la possano dare solo gli atleti che hanno interagito direttamente, difficile per me descrivere questo tipo di rapporto. Immagino che una figura come quella del proprio allenatore, che ti conosce e ti stima, ed è cosciente che di un essere umano si deve curare sia il corpo che lo spirito, e ti porta a raggiungere risultati come quelli acquisiti non solo dalla Pellegrini ma da tutti gli atleti della squadra ebbene forse la sua figura può sovrastare anche affettivamente quella dei genitori.