Un convegno sulla violenza per presentare il ritorno della Fuci a Verona. La federazione universitaria cattolica italiana è rinata quest’anno dopo essere scomparsa dalla scena scaligera per qualche decennio. Sabato 10 ottobre la federazione degli studenti dell’Ateneo scaligero ha ospitato il primo convegno del Triveneto.
Trenta i ragazzi che hanno organizzato la giornata di incontro strutturata sul tema “Giovani e violenza: cause, rimedi e prospettive”. Affrontare tematiche di attualità è, infatti, il modo di operare della federazione. “Le nostre attività – ha spiegato Laura Mogentale, presidente femminile della Fuci scaligera – sono momenti di scambio di opinioni su argomenti che ci interessano. Quello che ci contraddistingue è la volontà di mettere a confronto punti di vista diversi. Credo che questa sia la parte più stimolante delle nostre attività, la possibilità che abbiamo di mettersi in gioco, di mettere in comune i pensieri per costruire qualcosa di nuovo, di buono”.
Il percorso verso la conoscenza a cui questi ragazzi tendono è, per scelta, un percorso guidato. Ad introdurli a tematiche di grande interesse e, quindi di grande complessità, sono le voci di esperti e protagonisti. Il loro punto di vista consente ai ragazzi una lettura critica della realtà. Alla giornata inaugurale della Fuci erano presenti Mario Giulio Schinaia procuratore capo della Repubblica di Verona, Stefano Quaglia dirigente tecnico dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, Gianni Zampieri del Don Calabria di Verona.
“La scuola di oggi – ha spiegato Quaglia – è un campione della società italiana. Essa è il contesto in cui si raccolgono le diverse estrazioni sociali, bambini di diversa provenienza e cultura. E’ il luogo in cui rifondare il valore etico della relazione. Il rapporto tra l’educatore e lo studente è il nucleo su cui lavorare per eliminare la violenza tra i giovani nel contesto scolastico”. Secondo Quaglia, infatti, il docente dovrebbe instaurare con l’alunno una relazione asimmetrico/paritaria. Si tratta di un rapporto non simmetrico, com’è invece quello che caratterizza la relazione amorosa, in cui siano presenti due forme diverse di comunicazione: quella affettiva e quella normativa.
Anche per Zampieri i giovani hanno bisogno di punti di riferimento adulti. E’ necessario, però, che anche la società si renda educante. “La mia esperienza al don Calabria – ha spiegato Zampieri – mi ha fatto confrontare con la violenza giovanile nelle sue forme anche più estreme. L’esperienza mi suggerisce che le cause scatenanti di questo tipo di violenza sono le stesse e sono ricorrenti: la cultura dell’intolleranza, l’incapacità dell’adulto di comunicare con il ragazzo, la mancanza di un’educazione che contempli la responsabilizzazione delle proprie azioni e delle proprie scelte da parte del ragazzo”.
Il procuratore Schinaia, già presidente dei fucini di Barletta durante gli anni dell’università, ha parlato di violenza condannandola nelle sue molteplici forme “La violenza giovanile in particolare – ha detto il procuratore capo – è una manifestazione semplice del pensiero. Essa è frutto della non conoscenza, dell’ignoranza di forme alternative di espressione dell’individualità. La cultura è lo strumento giusto per allontanare dai ragazzi la presenza della violenza che può pervadere tutte le forme di relazione”.
Per informazioni sulle attività della Fuci di Verona è possibile contattare il numero 0458007790.